L’OLTRAGGIO
Vandali nella chiesetta dell’ospedale di Cuasso
Cittadini furiosi: «Chi ha osato tanto?»
Con lo scassinamento della serratura e l’apertura forzata della porta della chiesetta dell’ospedale di Cuasso al Monte, avvenuti in questi giorni, s’è oltrepassato ogni limite accettabile. Ad accorgersi dell’incivile gesto, che porta con sé anche una significato profondamente simbolico, è stato un cittadino di Cuasso che abita vicino all’antico nosocomio e che è solito fare proprio nel parco del Deserto (così era definita la zona dove anticamente fu eretto l’eremo poi trasformato in ospedale nel 1915 e successivamente in sanatorio fino agli ultimi risvolti noti a tutti) la passeggiata quotidiana con il proprio cane.
«Chi può avere compiuto questo gesto così incivile? - si chiede il cuassese - Quale il motivo che ha portato a vandalizzare la chiesetta? Era l’unica struttura rimasta integra dopo la chiusura dell’ospedale, da tanto tempo oggetto di vandalismi ininterrotti, rimasti sempre senza autore e senza punizione».
Il cuassese non ha osato varcare la porta della chiesetta per verificare se dentro fosse tutto in ordine o meno. «Non ne ho avuto il coraggio - ammette - Avrei potuto trovare vandalismi anche all’interno e non volevo rischiare di starci troppo male. Inoltre avevo il timore che qualcuno potesse passare e pensare che fossi io l’autore di questi insani gesti. Chi ha forzato la porta per entrare ha compiuto un’azione folle. Se si dovesse ripetere un tempo infame come quello degli ultimi tempi, la chiesetta, così alla mercé dei temporali, si riempirebbe d’acqua e a pagarne le spese sarebbero le decorazioni interne e il bellissimo soppalco in legno che impreziosisce la cappella. Là dentro, in quella minuscola ma incantevole chiesa, è racchiusa non solo parte della nostra storia, ma il ricordo delle tantissime persone che lì sono andate a pregare, per sé o per un proprio caro, nell’ultimo secolo».
In effetti il piccolo edificio sacro ha sempre rappresentato una vera e propria “perla” all’interno del parco dell’ospedale, ma non solo. In essa erano regolarmente celebrate le messe per tutti i cittadini e non solo per i ricoverati e i loro parenti.
«Quello che più fa male - si conclude - è l’indifferenza con cui il nostro meraviglioso ospedale rimane abbandonato, in balìa di vandali e delinquenti. Basterebbe tenere chiusa la sbarra della guardiola, dando la possibilità di aprirla solamente a forze dell’ordine, operai manutentori e membri della comunità “Il sorriso”, che risiede nel parco. Viene il sospetto che venga lasciato distruggere per poi dire che le spese di riqualificazione superano il preventivo di Regione Lombardia. Si creerebbe così un alibi per non farci più nulla».
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