QUARTIERI AL CENTRO
Beata Giuliana: Non è più un dormitorio, ora il regno dei cantieri
Rione popoloso e in via di sviluppo, con un parco sempre più attrattivo. Dal Palaghiaccio alla Rsa, aspettando l’ospedale
Il quartiere di Beata Giuliana è da sempre una realtà ricca di sfaccettature opposte: sede di un polo scolastico d’eccellenza come l’Its Tosi e di uno degli edifici più antichi della città – la Cascina dei Poveri, oggi in rovina, è attestata fin dal XIII secolo – è stata per decenni anche sede di magazzini abbandonati e dello scheletro del fu palaghiaccio, mai abbattuto e mai completato. In questi tempi quello che molti definivano un “quartiere-dormitorio” sta vivendo un rilancio che passa dalle ruspe. Il primo progetto riuscito è stato quello dell’area commerciale Mizar Park, aperta ufficialmente nel 2021 sui resti dell’ex azienda tessile, seguita a ruota dal sottopasso che, dal 2023, collega Beata Giuliana a Sant’Anna e al resto della città. I lavori fremono tutt’oggi con la costruzione di una nuova Rsa per non autosufficienti e la riqualificazione del mai realizzato palaghiaccio, futuro palaginnastica e non solo.
INGOGNITA OSPEDALE
A queste novità però gli abitanti del quartiere rispondono tiepidi. «Vediamo se si farà davvero», dicono, osservando le ruspe che strappano ciò che resta del vecchio tetto in lamiera del palaghiaccio, mentre del futuro ospedale unico Busto Arsizio–Gallarate si parla del “se” verrà costruito, e mai del quando. Tutti d’accordo invece nel sottolineare la comodità del nuovo polo commerciale che, apprezzato da residenti e non, mette però in difficoltà i commercianti locali. La comodità del polo commerciale e di altri supermercati ha messo in crisi diversi suoi negozi, con saracinesche chiuse.
RIFUGIO NEL PARCO
Non tutto è perduto, però. Il panettiere resiste, grazie agli studenti del Tosi e dell’Enaip, che tra una lezione e l’altra non disdegnano un panino o di riposarsi nel parco antistante la chiesa. Proprio questo riesce a essere una delle principali attrattive del quartiere, apprezzato da bambini (con nonni al seguito), proprietari di cani o da chi semplicemente vuole godersi quel po’ d’ombra che gli alberi forniscono. Un apprezzamento che, un rappresentante del comitato di quartiere ne è sicuro, aumenterebbe ulteriormente se l’Amministrazione investisse un po’ di più nelle aree verdi della città. Aree verdi che nel corso dell’estate sono state sfruttate anche dall’oratorio parrocchiale, gestito dalla Parrocchia di San Luigi e Beata Giuliana che però ha dentro di sé un grande vuoto: la mancanza del parroco.
ASPETTANDO IL PARROCO
Da settembre 2023 infatti a farne – eccellentemente – le veci è stato il prevosto di San Giovanni monsignor Severino Pagani, in attesa della nomina del successore. Questi in un primo momento avrebbe dovuto essere don Antonio Imeri, il quale ha però lasciato la carica dopo un mese per problemi di salute. Il nuovo sacerdote di Beata Giuliana sarà quindi don Gigi Musazzi che, presentatosi già alla comunità, prenderà effettivamente le redini della parrocchia a partire da settembre. La sua presenza è stata accolta con applausi scroscianti questo giugno, ma forse il suo inserimento nel tessuto sociale del quartiere sarà un po’ in salita: «Per me l’unico era don Claudio, e a dirlo non sono la sola. Lui sapeva farti uscire dalla Chiesa con qualcosa dentro», dice una fedele di Beata Giuliana, ma se il nostro giro ci ha insegnato qualcosa è che i residenti di uno dei quartieri più popolosi di Busto Arsizio non hanno paura di abbracciare il cambiamento, quando questi effettivamente arriva. Oggi Beata Giuliana, lasciatasi alle spalle la nomea di quartiere–dormitorio punta, infatti, a qualcosa di più, che però risulta ancora in costruzione, come le opere dei diversi cantieri che la costellano.
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