CORONAVIRUS
«Come ho fatto Va’ Pensiero»
C’è il tecnico varesino Paolo Annunziato dietro il successo del brano in rete
Davvero commovente l’esperimento dell’International Opera Choir, che ha fatto furore ovunque, in tv e sul web (dove ha superato un milione di visualizzazioni).
Un maxi-coro virtuale che ha intonato il “Va’ pensiero” di Giuseppe Verdi, tratto dal “Nabucco”, registrandolo a distanza tramite gli smartphone. Un lavoro dedicato a tutto il personale medico-sanitario che sta lottando nell’emergenza Covid-19.
Regia, montaggio video e mixaggio audio sono di un giovane varesino, Paolo Annunziato, classe 1994, che ci ha raccontato della sua carriera - è anche direttore d’orchestra - e di come sia nato il progetto (il coro in questo caso è stato diretto dal maestro Giovanni Mirabile).
Ci racconta dei suoi trascorsi varesini?
«Sono nato a Roma, ma sono cresciuto a Taino perché la mia famiglia viveva lì. Ho frequentato la la Scuola Europea di Varese. Ci tengo a ringraziare il mio maestro Alessandro Ponti, di Taino, con cui ho studiato composizione classica come privatista. Dopo il diploma ho vissuto a Londra dove ho studiato alla Ravensbourne University e poi a Valencia al Berklee College of Music, dove mi sono specializzato in Composizione applicata al cinema. Poi sono rientrato a Varese, ma presto per lavoro mi sono trasferito a Roma, dove ho iniziato a collaborare come compositore, orchestratore e copista freelance per tv e cinema. Tuttavia ogni occasione è buona per tornare dai miei genitori, nei miei luoghi del cuore».
I suoi principali passi professionali?
«Il percorso mi ha preparato alla direzione d’orchestra, che continuo a perfezionare. Ho inoltre scelto di diventare un buon tecnico del suono, ritengo che conoscere il mixaggio audio oggi sia basilare».
Com’è nata l’idea del coro a distanza?
«A inizio marzo c’è stata una telefonata tra me e Virginia Cirillo, social media manager dello I.O.C. (International Opera Choir). L’idea era di non fermarci, ma cantare per essere da esempio a tutti: abbiamo scelto il “Coro di schiavi ebrei”, noto ai più come “Va’ pensiero”, manifesto delle oppressioni subite dagli italiani prima dell’unificazione, che calza con il sentimento di oggi di un popolo che, incatenato, rimpiange la “patria perduta” e la libertà di vivere il quotidiano».
Come ha fatto a coordinare tutto a distanza con una tale perfezione acustica?
«I coristi sono una quarantina, raggiunti con WhatsApp. Ho preparato una base d’orchestra da mandare in streaming a tutti, che ho sottoposto al maestro del coro Giovanni Mirabile. Ogni corista ha filmato se stesso in diretta e mi ha poi inviato il video. Ho estratto l’audio da ogni video e l’ho mixato meticolosamente giorno e notte per 5 giorni (grazie alla mia ragazza e a mia sorella per avermi sopportato). Ho montato i video ottenendo sincronia e sintonia di quello che stava prendendo forma come coro virtuale. Oltre a Virginia Cirillo, mi ha aiutato anche la project manager Raffaella Baioni».
Oltre a lei si vede qualche altro varesino nel video?
«Uno dei coristi, Antonino Zaffiro, romano di origine: gestisce il Coro di Villa Miralago, Centro per la cura dei disturbi del comportamento alimentare a Cuasso al Monte».
State avendo ottimi riscontri...
«Circola così tanto da aver raggiunto il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, che lo ha condiviso sul suo profilo Twitter elogiandoci pubblicamente».
E ora?
«Vorrei partecipare al Concorso di composizione (in stile hollywoodiano) ASCAP: si tiene in estate a Los Angeles e mi consentirebbe di avvicinare il mio sogno più grande: comporre musica per il cinema».
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