IL CONGEDO
Il saluto di monsignor Panighetti: «Mi sento varesino»
Il prevosto se ne va dopo nove anni. Il messaggio alla comunità
«Mi sento cittadino onorario di Varese». In questa affermazione, pronunciata questa mattina, domenica 15 settembre, all’omelia dell’ultima messa presieduta nella basilica di San Vittore prima del trasferimento a Milano, è racchiuso il giudizio attribuito da monsignor Luigi Panighetti all’esperienza pastorale vissuta negli ultimi nove anni nella città capoluogo. Spetterà ora al sindaco, Davide Galimberti, presente in basilica (con gli assessori Roberto Molinari, Cristina Buzzetti e Nicoletta San Martino, con il consigliere Guido Bonoldi), formulare la proposta per il conferimento del riconoscimento al prevosto emerito, da sottoporre all’approvazione del Consiglio comunale.
LE ASSENZE RUMOROSE
In molti hanno voluto partecipare al rito, concelebrato da monsignor Gilberto Donnini, monsignor Gabriele Castelli, don Matteo Missora e da don Corrado Bardella e accompagnato all’organo da Gabriele Conti e dalla corale “San Vittore” diretta da Giacomo Mezzalira. Purtroppo, ancora una volta si sono dovute registrare alcune ingiustificabili assenze istituzionali a un momento storico della vita della comunità varesina.
«RICCHEZZA UMANA»
Dopo aver ricordato che all’inizio del suo ministero a Varese aveva elogiato «il pregevole aspetto paesaggistico e artistico della città», Panighetti ha evidenziato che «dopo questi anni di presenza, posso indicarne anche la ricchezza umana». Dopo aver rivolto un pensiero ai sacerdoti defunti della comunità pastorale Sant’Antonio abate, don Piero Quattrini, don Sergio Vegetti e monsignor Giovanni Buga e al vescovo emerito di Pavia, Giovanni Giudici, scomparso in gennaio, il prevosto e decano emerito della città si è chiesto se la comunità varesina, «in questi anni in cui abbiamo condiviso passaggi talora molto difficili», sia cresciuta in umanità.
Servizio completo sulla Prealpina di lunedì 16 settembre
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