SUL GRANDE SCHERMO
Vanzina su Sapore di mare: «De Sica? Non lo volevano»
Il film ambientato nell’estate 1964 sarà proiettato al Miv il 3 e 4 settembre. Il regista racconta alla Prealpina qualche curioso retroscena
«Sono sincero non avremmo mai pensato a un successo del genere e tantomeno che potesse tornare al cinema quarantuno anni dopo la sua prima uscita. Eppure accade ora». Enrico Vanzina, che nelle serate di martedì 3 e mercoledì 4 settembre apparirà sugli schermi del Miv per salutare il pubblico varesino, parla così di Sapore di mare, in questi giorni nelle sale in versione restaurata. Molti lo considerano il capolavoro assoluto dei due fratelli - lui sceneggiatore, Carlo regista, scomparso nel 2018 - figli d’arte. Quando il film uscì, nel 1983, papà Stefano Vanzina, più noto come Steno, ebbe un’ulteriore conferma dell’affetto e della gratitudine nei suoi confronti. «La pellicola che viene proiettata nell’arena all’aperto in cui Gianni, interpretato da Gianni Ansaldi, va per fare pace con Selvaggia, Isabella Ferrari, è un film di nostro padre, I due colonnelli, con la scena clou interpretata da Totò».
Davvero non avevate alcun sentore di ciò che Sapore di mare avrebbe rappresentato?
«No, partivamo da un desiderio, lasciare alle spalle i terribili anni Settanta, aprendo gli Ottanta sotto il segno dell’allegria tipica dei Sessanta. La frase di lancio era Ritornano i favolosi anni Sessanta. Pensavamo a un film semplice, le cose ci sono scappate di mano e ne è venuto fuori una specie di romanzo di formazione con la prima pagina ambientata nel 1964 e l’ultima nel 1982. Il nostro iniziale riferimento era L’ombrellone di Dino Risi, uno dei nostri maestri, tra i padri della commedia all’italiana e dell’uso delle canzoni in una storia cinematografica».
Incassò 10 miliardi di lire. Trionfo ai botteghini a parte, ha avuto tanti passaggi in tv, l’ultimo giovedì sera su Retequattro, sempre con buoni ascolti. Merito della celeste nostalgia?
«In parte sicuramente ma il film è stato visto e apprezzato da diverse generazioni. Chi negli anni Sessanta era giovane, lo vive come un ricordo di quel particolare periodo storico in cui, tra l’altro, le vacanze erano veramente lunghe. Quelli nati dopo si riconoscono nel decisivo momento dell’esistenza in cui passi all’età adulta, scopri l’amore e cambia la dinamica dei tuoi rapporti con i genitori e con gli amici. Credo che per questo il film riesca ancora a parlare a tanti».
Quella commedia ha fatto la fortuna di quasi tutti gli interpreti. Compreso Christian De Sica che la produzione non voleva. Per quale motivo?
«Non potevano dire che non sapessero chi fosse ma non era ancora affermato e questo li rendeva diffidenti. Christian era amico di mio fratello Carlo, io stesso ne conoscevo la bravura, ci imponemmo. Dimostrando di avere ragione anche se, pensandoci ora, fa un po’ ridere che De Sica, destinato a diventare famoso per la romanità del suoi personaggi, qui faccia, benissimo, un milanese».
Si dice che gli schiaffi di Virna Lisi a Jerry Calà fossero veri. Gli era antipatico?
«No, non riusciva a darli per finta, lo confessò con un certo imbarazzo prima dell’inizio delle riprese. Per noi non era un problema, la scena risultava ancora più veritiera, ma il povero Jerry che si augurava di sentire Buona la prima quel giorno dopo l’ultimo ciak tornò a casa con il faccione».
Ambientato in Versilia ma girato anche a Ostia e a Fregene. I toscani come la presero?
«Benissimo, è un film che sentono interamente loro. La scorsa estate, in occasione del quarantennale, vicino a Forte dei Marmi hanno organizzato una serata memorabile con proiezione sotto le stelle».
Mai pensato a un Sapore di lago?
«No, ma al lago siamo molto legati. Papà era di Arona e del Maggiore abbiamo ricordi preziosi. Il nostro film d’esordio, Luna di miele in tre, del 1976, lo girammo a Stresa. Per Un ciclone in famiglia siamo andati sul lago di Como, a Menaggio. Tra i set di Un matrimonio da favola c’era il lago di Zurigo e in Mai Stati Uniti il lago Powell. Siamo sempre stati estimatori dell’acqua dolce ma il mare era più funzionale al racconto che avevamo in mente».
Nel 1983 firmaste altri tre film, Mystère, Il ras del quartiere e, soprattutto, Vacanze di Natale che, riproposto nelle sale lo scorso dicembre, ha incassato mezzo milione di euro. Sapore di mare farà altrettanto?
«Speriamo ma è difficile, se non altro perché Vacanze di Natale è uscito a fine anno, periodo decisamente di maggiore affluenza nelle sale rispetto a quello estivo. Sono però contento che tanti abbiano capito che un conto è vedere o rivedere un film in tv e un conto è vederlo o rivederlo al cinema. E Sapore di mare è un buon compagno per una serata, pare faccia bene al cuore».
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