L’INTERVISTA
«Un consiglio al ministro? Ore di sport nelle scuole»
L’ex campionessa di tennis, Francesca Schiavone, dal grande slam ai giovani talenti. La sfida varesina
«Vedo bambini e adolescenti che tornano a casa da scuola già stressati perché devono fare un mucchio di compiti o perché il giorno dopo hanno l’interrogazione. Perché non dare agli studenti la possibilità di esprimere se stessi anche attraverso una disciplina sportiva?». L’interrogativo di Francesca Schiavone, 44 anni, la tennista italiana più forte di sempre, dovrebbe far riflettere quei prof (non pochi) convinti che studenti e studentesse debbano chinare la testa sui libri da mattina a sera e chi se ne importa se quel giorno hanno un allenamento di nuoto, basket, calcio, pallavolo, tennis, etc. Mentre negli Stati Uniti le scuole fanno ponti d’oro agli studenti-atleti, in quelle italiane l’unico ponte percorribile in caso di sportività sfrenata conduce alla bocciatura o alla riparazione.
VARESINA D’ADOZIONE
Diventata ormai «varesina» (ha preso casa nel capoluogo), la campionessa cui il Comune ha affidato la rinascita dei vecchi campi da tennis delle Bettole è più che mai orientata verso la sfida educativa ancor prima di quella agonistica: «La qualità umana è la prima cosa che chiedo alle persone che lavorano con me e anche agli atleti. A loro non chiedo mai di vincere, chiedo disciplina. Chiedo di sapere come affrontano la giornata, le loro difficoltà, le loro paure. Vinci, perdi, non importa. La differenza sta nel modo in cui si fanno le cose». Nello “Schiavone Team Lab” al debutto il 16 settembre i giovani (ma anche gli adulti) verranno istruiti così. E fuori?
SCUOLE E STRESS
«C’è un livello di stress fortissimo nella scuola italiana», risponde Schiavone. Chi ha orecchie per ascoltare, ascolti. Magari proprio il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, al quale la “Leonessa” rivolge - su richiesta di Prealpina - qualche basico consiglio. «Innanzitutto servono le strutture, nelle scuole basta vedere certe palestre per rendersene conto. Poi, è necessario insegnare agli insegnanti che lo sport è parte integrante dell’istruzione sin dalle scuole elementari. Insegna a stare in contatto con se stessi e con lo spazio e a rispettare gli altri». Di qui la proposta, quasi eversiva per il modello didattico italiano: «Che ogni studente dedichi due/tre ore al giorno allo sport. Magari non a tutti piacerà o seguiranno altre passioni come le scalate in montagna o la lettura, ma lo sport è vita. Non smetterò mai di ripeterlo».
FAMIGLIA SACRA
Certo è che prima della scuola, prima delle vittorie - che nel caso di Francesca Schiavone sono a dir poco leggendarie - c’è la famiglia. «È la base. La famiglia è sacra», sottolinea la campionessa citando le persone che hanno lasciato il segno nella sua carriera: «Mamma e papà. Mamma non c’è più, ma guardo mio papà e gli dico: guarda che cose incredibili abbiamo fatto partendo da zero. Glielo dico spesso per ricordare quanto è speciale. E poi ho avuto un medico straordinario, che mi ha preso in carico a 17 anni e ogni giorno mi ha insegnato ad affrontare qualsiasi cosa accada con onestà e dignità».
Come la notizia di un tumore, per esempio. Era il 2019. È guarita. «Non voglio aprire questa pagina perché è un ricordo ancora molto forte», sussurra la ex n° 4 del mondo, la prima tennista italiana a vincere il Roland Garros, la prima a vincere un torneo del Grande Slam: «Non hai potere su niente, sei nelle mani di Dio. Ma questo passaggio mi ha permesso di fermarmi, io che correvo sempre, e di assaporare l’attimo. E mi sono resa conto che la vita è un dono».
IL MATCH VARESINO
Ora la sfida varesina, facilitata dal ritrovato amore per il tennis grazie ai trionfi di «Jannik» (lei ovviamente lo chiama per nome) ma certo non facile: la riqualificazione degli impianti comunali delle Bettole costerà oltre 3 milioni di euro. «Vedo un luogo in cui stare bene, dove sentirsi come in famiglia», dice Francesca Schiavone, la milanese che ha scoperto la Città Giardino. E per forza: «La prima cosa bella che vedi quando arrivi a Varese da Milano è il cielo. Da grigio diventa azzurro...».
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