IL CASO
La parrocchia “scomunica” le Poste
Il bollettino della chiesa consegnato il mese dopo. «Azione legale, chiediamo i danni»
Si sa che le Poste non sono più quelle di una volta, quelle in cui il postino suonava sempre due volte.
Ora trovi un foglietto che ti avvisa della giacenza e per cinque giorni stai col fiato sospeso. Oggi, nell’accezione comune, le Poste si occupano anche di altre attività. Altri tempi. I disagi sono da anni all’ordine del giorno, le consegne ritardate provocano problemi di ogni sorta.
Segno dei tempi anche il fatto che all’attacco di Poste Italiane vanno perfino coloro che si occupano del bollettino parrocchiale, “La Concordia”, edito dalla parrocchia di Tradate.
Parrocchia che, come fa sapere il responsabile amministrativo Ennio Liparoti, ha coinvolto l’ufficio legale «per chiedere i danni subiti per i disagi degli abbonati, per i mancati recapiti, e per il servizio pagato ma non corrisposto, e per i continui arrivi di disdette pervenuteci da lettori esasperati».
Spiega Liparoti in una nota: «Da diverso tempo abbiamo enormi problemi con le Poste Italiane per la consegna del nostro mensile. Il penultimo grave disguido con il numero di aprile che in pratica è stato consegnato quasi in contemporanea con quello di maggio, anche se tanti abbonati non lo hanno addirittura ricevuto».
Le lamentele, secondo quanto emerge, in passato sono state tantissime anche se difficile da individuare il reparto operativo responsabile del disguido. In pratica fino a dieci anni fa si portavano i pacchi divisi per zone all’Ufficio di Tradate (uno dei due uffici attivi in città) e sia pur con i tempi delle Poste veniva consegnato regolarmente. «Poi l’Ufficio regionale delle Poste ha cambiato le regole e da allora il bancale con le 850 riviste mensili, divise sempre per zone, da Tradate, a carico de “La Concordia” viene portato all’Ufficio postale di Varese di viale Belforte. Qui si paga il contributo per la spedizione, poi il bancale prosegue per il centro smistamento di Roserio, Milano. Da qui, a spizzichi e bocconi, viene inviato a Tradate, ripeto certe volte 50/70 copie al giorno delle 850 spedite».
Più volte è stata evidenziata la situazione, con lamentele degli abbonati che ricevevano molto in ritardo la rivista e in tanti casi neanche più arrivava: «I reclami erano gestiti come scatole cinesi e tutti rimandavano ad un altro ufficio per finire poi a telefonare al numero verde, dove mi è stato detto pochi giorni fa che vista la situazione sarebbe stato opportuno telefonare alla Polizia postale. Ho fatto presente che mi avrebbero preso per matto se per un disservizio avessi denunciato un reato: di che cosa? Sequestro di Posta?».
Aggiunge Liparoti: «Il mese di maggio grazie alla solerzia del responsabile smistamento di Tradate, e soprattutto colti in flagrante omissione della consegna di aprile, giacente ancora nei propri magazzini, il bancale portato a Varese, il giorno dopo era a Milano e la sera intero a Tradate come sarebbe auspicabile sempre. Invece siamo ora alle solite: il numero doppio di luglio-agosto consegnato giovedì 11 luglio agli uffici di Varese, giace dimenticato in qualche magazzino delle Poste Italiane. All’ennesima lamentela siamo arrivati dopo innumerevoli visite agli uffici, solleciti, telefonate, e infine al suggerimento di un operatore delle stesse Poste italiane di far intervenire la Polizia Postale».
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