IL CASO
Sicurezza in stazione, Cassani: «Sono sempre stranieri»
L’intervento del primo cittadino di Gallarate sul pestaggio del 21 agosto. Opinioni generali sulla città e sullo Ius scholae
«Quando capita qualcosa, chissà perché, sono sempre stranieri». Lo ha dichiarato oggi pomeriggio, lunedì 26 agosto, il sindaco Andrea Cassani nel primo appuntamento live dopo le vacanze con “Caffè Scorretto“. Nella diretta Instagram il primo cittadino ha poi aggiunto: «non voglio sempre passare per razzista, però evidentemente c’è un problema grande legato a questa immigrazione e bisogna far qualcosa». Insomma la sicurezza in stazione è - ancora una volta - al centro del dibattito politico e cittadino.
Sempre loro
A riaccendere la discussione è stato il brutale pestaggio di un giovane peruviano da parte di due ragazzi stranieri (un del Senegal e uno del Gambia). Come rende noto il capo della giunta di centrodestra, il ragazzo peruviano, seppur mal messo, non è in pericolo di vita. «Complimenti a chi è intervenuto prontamente per l’arresto di queste persone - afferma l’esponente leghista, che aggiunge - quando capita qualcosa, chissà perché, sono sempre stranieri che fanno casino, si picchiano, sono armati, lanciano bottiglie e sassi e che fanno questi regolamenti di conti». Una frase rivolta non solo al pestaggio in stazione ma anche ad altri episodi che so sono verificati nelle vie del centro storico.
Nessuna urgenza sulla cittadinanza
Se l’arresto che da un lato ha consegnato alla giustizia i colpevoli di questo atto violento, dall’altro rende attuale una domanda nata nei mesi scorsi: cosa si sta facendo per evitare il ripetersi di certe situazioni? Per Cassani c’è un «problema grande» che riguarda il tema dell’immigrazione che non riguarda solo Gallarate o l’Italia ma anche altre nazioni (e qui cita Francia e Germania) dove insomma «tutta questa popolazione straniera si rende partecipe anche di attentati». E la colpa di chi è? «Probabilmente - prosegue nella live - questa Europa del ventre molle, dovrebbe iniziare a ripensare a questo sistema migratorio». Non manca anche un riferimento al tema dello Ius Scholae e dello Ius Soli che anima il dibattito politico nazionale. «Ritengo che chi viene qui, lavora, dopo aver studiato, possa tranquillamente ottenere la cittadinanza. Ma - precisa - non perché uno viene qui in Italia, frequenta un corso di studi, magari solo quinquennale, poi può avere la cittadinanza». Ed ancora: «chi vuole venire in Italia può darsi da fare, lavorare e può farlo anche senza avere la cittadinanza perché il diritto di essere curato, di andare nelle scuole e di avere anche tanti trattamenti che, a mio avviso, dovrebbero essere riservati solo ai cittadini italiani li ha comunque. Quindi non la vedo come un’urgenza».
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