SCOPERTO
Ricercato in Germania, se la gode sul lago: arrestato a Ispra
Aveva documenti austriaci falsi: cinquantenne tedesco in manette
Aveva preso in affitto una casa vacanza sul lago Maggiore, mostrando al padrone dell’appartamento una carta d’identità austriaca. Ma in realtà il villeggiante era cittadino tedesco e quel documento era stato contraffatto. Così come era fasulla la patente di guida, anch’essa (apparentemente) austriaca, grazie alla quale quasi un mese fa l’uomo aveva acquistato una moto in Italia. Non solo: il cinquantunenne era colpito da un mandato d’arresto europeo, emesso dall’autorità giudiziaria tedesca, perché accusato di riciclaggio.
Se ne sono accorti i poliziotti della Squadra Mobile della Questura varesina, che al termine degli accertamenti hanno suonato alla sua porta e lo hanno ammanettato per possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi. Reato per il quale è ora sotto processo a Varese, mentre della pratica relativa alla consegna alla magistratura della Germania si occuperà la Corte d’appello.
ARRESTO CONVALIDATO
L’udienza è in programma oggi, mercoledì 14 agosto, a Milano; nel frattempo l’uomo resta rinchiuso nella casa circondariale dei Miogni, dove è stato accompagnato lunedì pomeriggio dagli uomini della Mobile.
L’arresto per i documenti falsi è stato convalidato ieri mattina dal giudice Andrea Crema; il processo per direttissima è stato fissato a metà settembre (il suo difensore, l’avvocato Andrea Fontana, ha chiesto e ottenuto un termine a difesa). Il magistrato ha poi respinto la richiesta di custodia cautelare in carcere, ritenendo che il mandato d’arresto europeo “assorba” in concreto l’eventuale esigenza cautelare: il pericolo di fuga, in sintesi, non sussiste visto che l’uomo è destinato a restare in cella in Italia fino alla decisione sull’estradizione e che si può prevedere il suo imminente trasferimento in Germania.
L’AMMISSIONE E IL SILENZIO
Il cittadino tedesco ha dichiarato di essere un consulente d’azienda e di avere tre figli piccoli. Ai poliziotti che sono entrati nella sua casa di villeggiatura ha ammesso di aver falsificato i documenti, ma quando gli inquirenti gli hanno notificato l’accusa di riciclaggio è caduto dalle nuvole. Davanti al giudice varesino, s’è poi avvalso della facoltà di non rispondere. Non ha quindi spiegato perché fosse in possesso di quel documento falso, con la sua fotografia ma con un altro nome. Per il pubblico ministero Arianna Cremona, la carta d’identità era stata contraffatta proprio per sottrarsi al mandato d’arresto europeo per un reato per il quale nel suoi Paese è prevista una pena massima di 15 anni.
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