DANNI
Popillia scatenata, allarme nell’Alto Varesotto
Decine di segnalazioni per la presenza dello scarabeo che divora le piante
«Mi hanno mangiato il glicine». «A me sono state distrutte le rose». «Ho dovuto abbattere un alberello». «A me hanno mangiato tutto».
Sono decine le segnalazioni che arrivano da Lavena Ponte Tresa ma, in generale, dalle valli a nord di Varese per un insetto che sta distruggendo le piante, soprattutto quelle con foglia. Si chiama Popillia Japonica Newman o scarabeo giapponese ed è un coleottero scarabeide che causa ingenti perdite economiche e richiede elevati costi per il suo contenimento.
In particolare dalle nostre parti appare d’estate, col caldo e, quest’anno, visto che luglio è sembrato quasi un mese autunnale, si pensava di averlo schivato. Invece ad agosto è arrivato e ha iniziato a fare quello che sa fare meglio: mangiare. In particolare attacca gli alberi e le loro foglie, bucherellandole come se fossero crivellate da centinaia di pallini. Risultato: praticamente dell’albero resta solo lo scheletro. In particolare sono colpite essenze ornamentali, come le rose o il glicine, ma anche da frutto, come prugni e uva.
Secondo il sito di Regione Lombardia pur «rappresentando una seria minaccia per l’Europa, al momento» avrebbe «una diffusione piuttosto limitata». In realtà nel Varesotto lo scarabeo pantagruelico sta banchettando alla grande, come suggeriscono le plurime presenze, per esempio, sul Lago Ceresio. Di più: quando la densità della popolazione dell’insetto è elevata, le foglie risultano scheletrizzate con la sola venatura centrale ancora integra, mentre fiori e frutti vengono quasi completamente distrutti.
Riconoscere questi insetti è abbastanza semplice: gli adulti sono di colore verde metallizzato brillante con le elitre che non arrivano a coprire completamente il corpo di color bronzo ramato, sono di forma ovale e di dimensioni variabili da 8 a 11 millimetri di lunghezza e da 5 a 7 millimetri di larghezza.
Il servizio fitosanitario della Regione, in seguito al rinvenimento di diversi focolai ha intrapreso numerose azioni al fine di prevenirne e contrastarne la diffusione sul territorio. Per esempio ispezioni visive annuali, monitoraggi larvali mediante carotaggi del terreno, ispezioni di vivai e tappeti erbosi, gestione dei siti a rischio di diffusione passiva, e trattamenti contro larve e adulti sia mediante prodotti chimici che biologici.
Grazie alle misure di lotta messe finora in atto «è stato possibile garantire una riduzione del rischio di diffusione passiva degli adulti», affermano dal Pirellone anche se, evidentemente, la battaglia non è stata ancora vinta del tutto, visto quello che succede nel Varesotto.
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