LA BEFFA
Patente più veloce del giudice
Il ricorso sulla sospensione va per le lunghe. L’automobilista: «Presa in giro»
È un vortice di assurdità quello in cui è caduta un’automobilista che, nell’aprile 2018 , ebbe un incidente in via Torino, nel quale un gallaratese rimase ferito gravemente.
Al di là delle colpe e delle responsabilità, che dovranno essere accertate in altra sede, la donna si trova alle prese con il classico esempio di giustizia surreale.
A settembre, quindi ben oltre quattro mesi dopo il fatto, le è arrivato il decreto prefettizio di sospensione provvisoria della patente.
Un provvedimento intempestivo se la sua utilità dovesse essere quella della sicurezza di altri sventurati che si mettono alla guida di un mezzo.
Sta di fatto che la donna si è subito rivolta all’avvocato Domenico Margariti che, pochi giorni dopo ha presentato il ricorso. Data dell’udienza, fissata davanti al giudice di pace di viale Milano, 16 novembre, quarantacinque giorni dopo il deposito dell’atto urgente.
Quel giorno le parti hanno discusso e il giudice si è ritirato per decidere se restituire il documento all’automobilista oppure no.
Ebbene, il tempo è passato e non è arrivato nessun pronunciamento, nonostante i solleciti dell’avvocato. Risultato? I quattro mesi di sospensione della patente terminano il 7 gennaio, l’efficacia del decreto si è quasi esaurita.
La donna ha quindi versato inutilmente 237 euro di contributo unificato per adire al tribunale e nel frattempo ha dovuto affrontare tutti i disagi di chi resta a piedi, proprio come se si fosse tenuta lontana dalle vie legali.
L’avvocato Margariti però non accetta questo incredibile epilogo. Ieri mattina ha presentato un’istanza provocatoria e di protesta allo stesso tempo, chiedendo al giudice ritardatario il rigetto del ricorso presentato a settembre.
Il penalista spiega che «Un provvedimento favorevole alla mia assistita, non avrebbe, ormai più, di fatto alcuna efficacia. Anzi, avrebbe addirittura una valenza canzonatoria.
Onde evitare che una inutile vittoria si traduca in una beffa per la signora e che un’ordinanza di accoglimento del ricorso possa dare ancora maggior risalto all’inadempienza del giudicante, ho chiesto il respingimento del ricorso».
E aggiunge: «A questo punto voglio che il giudice si pronunci giustificando così il motivo del ritardo della sua decisione, visto i solleciti verbali rivolti al giudice stesso e alla cancelleria. Siamo davanti a un caso di denegata giustizia e non è da escludere che sottoporrò l’episodio al presidente del tribunale di Busto Arsizio Miro Santangelo».
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