L’ANNIVERSARIO
Buscadero, 40 anni di rock
Paolo Carù racconta la straordinaria avventura della sua rivista
A Gallarate sono nate ben due riviste musicali che hanno fatto storia. Prima, il “Mucchio Selvaggio”. Poi, il “Buscadero”. In entrambi i casi, tra i fondatori c’era sempre lui, Paolo Carù, 73 anni, patron del negozio di dischi gallaratese che ci invidia mezzo mondo. È lui anche il “deus ex machina” del “Buscadero”, il magazine dedicato al rock e al blues, meglio se “Made in Usa”, che proprio in questi giorni festeggia i suoi primi 40 anni di vita.
«Siamo nati quando ancora c’era solo il disco in vinile. Mai avrei pensato che saremmo arrivati sin qui. Facciamo la rivista perché ci piace, ma soprattutto perché siamo mossi dalla passione per la musica», confida Paolo Carù, che ha avuto al suo fianco tante firme della provincia di Varese, a cominciare da Mauro Zambellini. «La musica, rock e non solo, aiuta a vivere meglio e, perché no, a rimanere giovani. Ancora oggi l’attesa di ascoltare un nuovo disco in uscita mi rende felice…».
Ma a quanto pare, la rivista fa felice anche tante altre persone: «Sono i nostri lettori che danno la spinta a continuare. Durante il lockdown, non appena abbiamo manifestato l’intenzione di saltare qualche numero, siamo stati subissati di messaggi che ci invitavano a non mollare. È un bel riconoscimento. Un lavoro, ci tengo a precisarlo, da indipendenti perché noi non abbiamo mai ricevuto una lira di sovvenzione da nessuno», racconta Carù, che cita tra i propri fari musicali «Bob Dylan, Van Morrison, Grateful Dead, Rolling Stones, Spirit, Joe Ely e Bruce Springsteen».
Come festeggiare una ricorrenza tanto importante? «Avremmo voluto invitare tanti musicisti di cui siamo innamorati, ma la situazione non ce l’ha consentito. E allora, visto che non hanno potuto suonare di persona, sono venuti qui in maniera virtuale. Nell’ultimo mese abbiamo assemblato 4 speciali online che mettiamo sul nostro sito fino a domani. Ci hanno voluto fare un regalo, a titolo gratuito, che abbiamo voluto condividere con il nostro pubblico».
Numerosi gli ospiti per 4 ore di musica: Joe Ely e James McMurtry, Elliot Murphy, Steve Forbert ed Eric Andersen; ma folta anche la pattuglia nostrana con Vinicio Capossela, Bobby Solo, i Gang, Bobo Rondelli, Mimmo Locasciulli, Davide Van De Sfroos.
Tanti anche i messaggi, da Gene Gnocchi all’editore Carlo Feltrinelli fino a Giovanni Sottosanti, medico del reparto Covid dell’ospedale di Frosinone: «Anche adesso in un periodo così carico di paure e angosce il rock è fondamentale per riempire e salvare le nostre vite», ha detto il dottore, ringraziando il “Buscadero” «per aver tenuto duro portando avanti la propria musica».
Infine un aneddoto: «Quando andai dal distributore a presentare il “Mucchio Selvaggio”, mi dissero che con quel nome ci avrebbero messo tra le riviste porno. Stesso discorso con il Buscadero. In realtà, sono due omaggi ai film del grande regista americano Sam Peckinpah», chiosa Carù.
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