SANT’ANNA
Busto Arsizio, «avvelenato dagli autobus»
L’appello: «Gli alberi davanti alla mia finestra sono morti»
«Muoiono gli alberi a causa dei gas di scarico, figuriamoci cosa può accadere alle persone che lo respirano. Da anni lottiamo contro il capolinea degli autobus sotto casa». La denuncia sulle colonne della Prealpina è l’ultima spiaggia di Rosario Codespoti, 70 anni, che esasperato e allo stesso tempo molto preoccupato per le sue condizioni di salute chiede un intervento affinché si trovi una soluzione.
Motori accesi a lungo
«Gli autobus restano accesi in folle a lungo sotto le nostre finestre. Può accadere anche per 20 minuti e nel frattempo respiriamo l’anidride carbonica e tutto quello che esce dai motori», spiega l’uomo esasperato che negli anni ha chiesto gli interventi di polizia locale, sindaco Emanuele Antonelli, assessori e si è rivolto direttamente agli autisti che guidano i pullman affinché non sostassero con il motore acceso alla fermata. «Nessuno dice di spostare la fermata, ma chiediamo che non sia capolinea e soprattutto che non si debba respirare il gas di scarico», racconta preoccupato a causa di problemi alle vie respiratorie. «Il mio medico di base mi ha prescritto un esame diagnostico perché teme che la mia situazione sia seria. Ho riferito quello che accade e i sintomi alla base della fatica polmonare».
La pianta abbattuta
Mentre lo dice mostra l’albero che è stato tagliato dall’amministrazione comunale - era uno dei primi piantati a Sant’Anna - perché morto per effetto dei gas di scarico, immediatamente dopo mostra l’altro albero proprio a ridosso della fermata che è ormai moribondo. Mentre tutti le altre piante sono verdi, sane e rigogliose. «Sarà pure un caso che l’albero sia proprio quello a ridosso della fermata», sottolinea con la speranza prima di tutto di non essere malato, e poi di poter far qualcosa per cambiare la situazione.
Ostaggi dei gas
«Noi qui stiamo bene, ma viviamo male il problema della fermata dei pullman che deve essere rivista, siamo ostaggio dei gas di scarico. E pensiamo ai bambini, ai nostri nipoti». I fumi arrivano in cucina e camera da letto, dalle 6 di mattina alle 20 di sera, tutti i giorni, sono almeno 80 gli autobus che passano dalla fermata centrale di Sant’Anna. «Chiediamo che spostino il capolinea a Malpensafiere o da un’altra parte. E che qui ci sia una semplice fermata». La battaglia di Codespoti parte da lontano, anche perché più volte ha chiamato la polizia locale, una volta ha pure fermato l’autobus tanto da rischiare una denuncia.
La raccolta firme
«Sono esasperato ma la situazione è gravissima, da anni chiediamo un intervento e raccogliamo firme. Quando chiediamo collaborazione agli autisti ci dicono che se spengono autobus, poi non riparte perché sono vecchi». Qui si apre un altro problema legato al parco mezzi che sono in circolazione. «Vuol dire che i pullman di linea sono così vecchi da avere motori parecchio vecchi e immettere gas di scarico e polveri sottili nocive che noi poi dobbiamo respirare». Mentre Codispoti parla, mostra la ciminiera alle spalle della sua abitazione. «Qui siamo circondati».
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