PRESENZA FORTE IN LOMBARDIA
‘Ndrangheta nel Varesotto, arrestato 38enne di Saronno
Operazione in tutta Italia contro la cosca Molè: oltre 100 misure cautelari
Operava anche in provincia di Varese la cosca Molè, una delle storiche famiglie di 'Ndrangheta, oggetto del maxi blitz della Polizia e della Guardia di Finanza scattato all’alba in diverse regioni italiane. Nel filone lombardo della maxi inchiesta risultano indagati inoltre l’ex sindaco di Lomazzo (Como) Marino Carugati e un ex assessore della giunta che era guidata dal primo cittadino, entrambi, tra l’altro, già condannati per bancarotta. Lo ha precisato il procuratore aggiunto della Dda milanese Alessandra Dolci nella conferenza stampa tenuta oggi, martedì 16 novembre, in Procura a Milano. Dolci ha messo in luce i "rapporti" tra il clan, attivo in Lombardia soprattutto tra le province di Varese - dove, tra i vari provvedimenti, è stato arrestato un 38enne di Saronno - e Como, e "ex pubblici amministratori", ossia i due indagati.
Tra i beni sequestrati oggi (per un valore complessivo di 2,2 milioni) c'è anche una azienda del Comasco che opera nel settore logistico. L’operazione ha portato 100 misure cautelari, di cui 54 fermi.
MISURE CAUTELARI
Nell’operazione, coordinata dalle Dda di Milano, Firenze e Reggio Calabria, sono stati sequestrati anche immobili e conti correnti. Per l’azienda comasca della logistica è stata emessa una misura di prevenzione ed è già stato nominato un amministratore giudiziario. Oltre cento le misure cautelari chieste e ottenute da tre procure distrettuali antimafia, quelle di Milano, Firenze e Reggio Calabria.
La cosca era ramificata in Lombardia, Toscana e all’estero. I gruppi, seppur dotati di una certa autonoma, operavano in stretta sinergia. I reati contestati agli indagati sono, a vario titolo, associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, detenzione e porto illegale di armi, autoriciclaggio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, produzione, traffico e cessione di sostanze stupefacenti, usura, bancarotta fraudolenta, frode fiscale e corruzione.
INDAGINI E SEQUESTRI
A condurre le indagini sono state le squadre mobili di Reggio Calabria, Milano, Firenze e Livorno, coordinate dal Servizio centrale operativo della Polizia. Al filone milanese dell’inchiesta ha lavorato anche il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Como.
Nell’ambito della maxi-operazione antidroga sono in corso anche sequestri preventivi di aziende, beni immobili, terreni e rapporti finanziari.
OLTRECONFINE
Le indagini, coordinate dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, hanno interessato le cosche di ‘ndrangheta del versante tirrenico reggino. Investigatori della squadra mobile e del Servizio centrale operativo stanno eseguendo il provvedimento cautelare emesso dal gip Tommasina Cotroneo in diverse regioni d’Italia e all’estero. Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, detenzione e porto illegale di armi, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, traffico internazionale di stupefacenti.
INTERCETTAZIONI Noi siamo come le raccomandate, arriviamo direttamente a casa“: così ha detto intercettata una delle persone finite in carcere oggi nel blitz contro la ‘Ndrangheta, coordinato dalla Procura di Milano Firenze e Reggio Calabria.
La frase che mostra “minaccia e autorevolezza” è stata citata durante la conferenza stampa indetta a Milano per spiegare il carattere di “arcaicità e modernità della ‘Ndrangheta“, con imprenditori, come ha spiegato il procuratore facente funzioni Riccardo Targetti, costretti a diventare “complici e a fornirei l loro know-how” sia con la permanenza degli aspetti della “tradizione” violenta delle cosche.
© Riproduzione Riservata