RIENTRO “ANTICIPATO”
Atterra a Malpensa, ad “aspettarlo” la bancarotta
Imprenditore 85enne rientra in Italia dopo dieci anni e ora rischia il processo. Il fallimento nel 2013
Non metteva piede in Italia da almeno dieci anni. Mercoledì, forse in preda alla nostalgia dell’esule, si è imbarcato a Londra ed è atterrato a Malpensa: voleva trascorrere una vacanza sul lago di Garda, ora ripensa a quello di Hollingworth, vicino al quale abita con la famiglia, e vorrebbe non averlo mai lasciato. La guardia di finanza dello scalo infatti aveva il suo nome inserito in banca dati come destinatario di un avviso di chiusura di indagini per bancarotta fraudolenta, emesso nel 2017.
RIENTRO ANTICIPATO
Se l’ottantacinquenne avesse temporeggiato ancora un po’ il reato sarebbe stato prescritto senza margini di discussione e quindi l’uomo non sarebbe mai finito davanti al giudice per l’udienza preliminare. Invece procura e avvocato Elisa Colombo hanno punti di vista differenti: se per il legale i termini per procedere sono scaduti addirittura a luglio del 2023, gli inquirenti invece ritengono che la fattispecie contestata all’imprenditore sia perseguibile per dodici anni dalla (presunta) commissione dei fatti. Quindi la richiesta di rinvio a giudizio è pressoché scontata.
GLI ALTRI INDAGATI
Oltre a lui sono indagati i due figli e un bustocco cinquantaduenne che, salvo necessità inderogabili, non rientreranno in Italia almeno per un paio di anni.
IL FALLIMENTO NEL 2013
La società fallita a luglio 2013 si occupava di produzione, commercializzazione, importazione ed esportazione materiali tessili. I quattro, ognuno con ruoli e posizioni diverse, secondo la procura di Busto Arsizio avrebbero distratto consistenti somme, attrezzature, arredi e risorse aziendali e come se non bastasse avrebbero ignorato i libri e le scritture contabili previsti dalla legge, così da rendere impercorribile la ricostruzione del patrimonio sociale e dell’andamento degli affari. Secondo gli inquirenti avrebbero così fatto, che fondano le ipotesi investigative sulle relazioni del curatore fallimentare e sugli atti della sezione operativa volante della guardia di finanza, sparire oltre 300mila euro. Nella memoria depositata lo scorso febbraio, l’avvocato Colombo sosteneva che l’avviso di conclusione di indagini fosse stato notificato al difensore quattro mesi dopo la prescrizione dei reati e quindi chiedeva l’archiviazione del fascicolo. Questa argomentazione sarà riproposta davanti al gup, ammesso che la procura non lasci decorrere anche i termini calcolati dal pubblico ministero.
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