BORGO DIPINTO
Arcumeggia, restauro della “polenta”
Intervento sull’affresco-simbolo realizzato da Salvini. Risorse dalla Provincia
Infiltrazioni d’acqua, distacco del supporto murale, perdita di colore: “La spartizione della polenta in famiglia” (più noto col titolo, che invece si riferisce ad un’opera su tela di quasi mezzo secolo prima conservata alla Casa-Mulino di Cocquio Trevisago, “Il taglio della polenta”) non poteva attendere oltre l’intervento di restauro.
Il grande affresco (4 metri per 2) che Innocente Salvini realizzò ad Arcumeggia nel settembre 1971 in via Nuvoloni, su edificio pubblico (ex scuola elementare) all’ingresso del paese, considerato il simbolo stesso del borgo dipinto più famoso d’Italia, sta per tornare agli antichi splendori.
Giusto nei giorni in cui spegne idealmente le sue prime cinquanta candeline, dalla Provincia (ente proprietario della “galleria all’aperto” in comune di Casalzuigno), giunge notizia della messa a bilancio di 3.900 euro per “interventi di restauro su beni culturali mobili e superfici decorate” affidati alla dottoressa Rossella Bernasconi, che nel marzo scorso aveva effettuato un “sopralluogo ispettivo” con la finalità di constatare lo stato di salute di questa come di altre opere del luogo.
Il finanziamento servirà anche per altri interventi alla Casa del Pittore.
«Per quanto riguarda l’opera di Salvini - spiega la restauratrice varesina -, l’Amministrazione comunale è intervenuta tempo fa eliminando le infiltrazioni meteoriche dalla copertura che avevano causato una perdita di colore sulla parte sinistra del dipinto. Tolto di mezzo il problema principale, provvederemo ora a rimuovere i sali minerali che vi si sono depositati, a consolidare l’intonaco e lo strato di colore e risistemare la stuccatura».
Lavori che si sarebbero dovuti svolgere alla metà del decennio scorso, ma che si fermarono di colpo a seguito del fallimento nel 2014 dell’impresa esecutrice comasca che già aveva provveduto ad interventi su altri affreschi. Il relativo procedimento tecnico-burocratico è nel frattempo scaduto, per cui andrà ora riproposto all’attenzione della Soprintendenza regionale ai Beni culturali: presumibilmente, il cantiere vedrà dunque la luce tra fine inverno e inizio primavera 2022.
Nel frattempo, la dottoressa Bernasconi lavorerà su un nutrito numero di disegni e opere grafiche di alcuni tra gli artisti che hanno prestato il loro genio artistico in Arcumeggia e che sono conservati nella Casa del Pittore, struttura che dagli anni Sessanta venne messa a disposizione dei pittori per il loro alloggio.
Le composizioni, a tutt’oggi raccolte in maniera semplice e frammentaria, verranno riordinate e composte in idonei contenitori di cartone anacido che consentirà di garantirne a lungo la conservazione. Insieme ad esse c’è anche un piccolo affresco bisognoso di cure che costituisce una sorta di “operazione didattica” datata 1961 per “Il ritorno dell’emigrante” che Gianfilippo Usellini aveva realizzato nel ‘56 in una prima versione e che replicherà nel ‘62 in una seconda nel cuore del borgo. Secondo gli storici Alberto Bertoni e Raffaella Ganna, «il 28 agosto 1961 lo stesso Usellini decise di procedere allo strappo dell’affresco, che venne compiuto da Aurelio Morellato, per trasportarlo su tela e collocarlo nella Casa del Pittore».
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