MOSTRA
Adulis: la città perduta al museo Castiglioni
Dimenticata per oltre un millennio, fino a quando, tra la fine dell’Ottocento e la metà del secolo scorso, ne vennero scoperte alcune tracce, la città portuale di Adulis fu uno dei principali centri urbani del Corno d’Africa tra il I e il VII secolo d.C., sul mar Rosso, nell’attuale Eritrea.
Simbolo del dialogo tra Occidente e Oriente, perché porto strategico soprattutto per il commercio, Adulis, come Pompei, fece una fine tragica a causa di una catastrofica alluvione che, nel VII secolo d.C., la seppellì sotto metri di fango.
Fu una spedizione internazionale italo-eritrea guidata da Angelo e Alfredo Castiglioni a recuperarne i primi segni di presenza. I due fratelli archeologi, antropologi, fondatori del Museo Castiglioni di Varese, si recarono sul posto nel 2011 per dare il via a scavi che proseguono tuttora - anche se Alfredo è mancato nel febbraio di due anni fa - con l’aiuto di ricercatori provenienti da diverse università italiane.
Così, è intorno a questi primi ritrovamenti che è stata allestita a Varese, nel museo che si trova nella dépendance di Villa Toeplitz, la mostra «Adulis, la città perduta», un’esposizione archeologica e didattica che prevede anche laboratori e visite guidate per le scuole. Nella mostra viene raccontata la storia di questo antico insediamento commerciale, il principale sbocco sul mare della capitale del Regno di Aksum, ma anche l’eccezionale scoperta di una basilica paleocristiana edificata nella seconda metà del IV secolo. Basilica che testimonia la precoce espansione del cristianesimo nel Corno d’Africa pochi decenni dopo l’Editto di Costantino che, nel 313 d.C, rese libera la professione di fede.
Grazie a ricostruzioni, fotografie e reperti (come le preziose monete d’oro emesse durante il Regno aksumita) la mostra consente ai visitatori di immergersi in un mondo lontano, ma anche di ammirare la ricostruzione dei marmi bizantini che decoravano la chiesa. Completano l’allestimento filmati realizzati con materiale originale dei fratelli Castiglioni che contestualizzano il sito archeologico nel più ampio scenario storico tra Mediterraneo e oceano Indiano.
Adulis deve buona parte della sua importanza al fatto di trovarsi in una posizione strategica lungo le sponde del mar Rosso. La rilevanza di questa via d’acqua, nell’antichità, è paragonabile a quella della «via di seta» o della «via dell’ambra» e il suo destino si intrecciava con la «via africana delle spezie» e con la «via dell’oro». Itinerari leggendari, lungo i quali viaggiavano merci di lusso, mercanti e idee: una delle più grandi arterie commerciali del mondo antico che aveva un punto nodale nell’attuale territorio eritreo e nel suo porto più importante: Adulis. (c.c.)
«Adulis. La città perduta» - Varese, museo Castiglioni, via Vico 6 (dépendance di Villa Toeplitz), sino al 15 aprile, da giovedì a domenica ore 10-13 e 14-18, ingresso 7/5 euro, altre info e visite di gruppo sul sito www.museocastiglioni.it e 0332.1692429.
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