SANITÀ
Ricetta digitale, miraggio
Secondo una ricerca di Federfarma, solo un medico su dieci ha eliminato la carta filigranata. Ma il dato è comunque in crescita
La ricetta elettronica è ancora un miraggio. A Varese e provincia utilizza il computer per “trasmettere” i dati sulle prescrizioni mediche, lasciando da parte il foglio di carta filigranata, circa un medico su dieci. Dati empirici sulla base delle esperienze dei medici ma anche dati certi sulla base della ricerca, in questo settore, svolta dalle farmacie riunite in Federfarma. «In giugno sono state elaborate 55mila ricette elettroniche su 592mila, ma va considerato che una crescita esponenziale dell’attività è avvenuta nelle ultime settimane, in luglio», dice il presidente di Federfarma, Luigi Zocchi. «Credo di non dare un dato sbagliato sostenendo che siano circa il 30 per cento le ricette che nell’ultimo mese abbiamo ricevuto in formato elettronico».
Su 230 farmacie, soltanto una piccolissima quota è ancora senza un collegamento internet efficiente. «Da un sondaggio che abbiamo compiuto risulta che al momento soltanto otto tra farmacie e dispensari non siano ancora collegati per problemi di adsl del sistema regionale», puntualizza Zocchi, per il resto l’attività online ha sicuramente dei benefici. Un aspetto condiviso anche da Aurelio Sessa, medico di base e presidente regionale della Simg (Società italiana di medicina generale e cure primarie), quello degli “impedimenti” che rallentano l’introduzione del nuovo sistema (peraltro ben avviato in molte altre regioni, tra le quali spicca da tempo la Sicilia). «Abbiamo calcolato che su tre ore di ambulatorio, almeno mezz’ora viene perduta per risolvere problemi elettronici, di collegamenti che saltano, di computer che vanno spenti e riaccesi», dice Sessa. «Non siamo contrari all’innovazione - prosegue Sessa - ma chiediamo che non interferisca con l’attività quotidiana e che venga introdotta per tutti quando il sistema sarà ben collaudato».
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