LA RICHIESTA
Pregano Allah. In chiesa
A Malpensa manca uno spazio per l'Islam. Don Camagni "ospita" i musulmani: "Tutti hanno diritto a pregare"
Alla chiesetta del Terminal 1 Madonna di Loreto, il cappellano don Ruggero Camagni sta officiando la messa come al solito. Qualcuno entra durante la funzione e fa segno chiedendo se può mettersi a pregare. "Certo, naturalmente", è la risposta del religioso. Allora il nuovo arrivato stende il suo tappeto verso la Mecca e comincia a pregare il "suo" Dio, Allah.
"Capita diverse volte, non è una cosa rara o strana", spiega Camagni.
Sono soprattutto fedeli dell'Islam che si rivolgono alla cappella per pregare "Se serve e non hanno un tappeto con loro, a volte glielo presto io - racconta il cappellano - Non c'è nulla di straordinario, è normale, tutti hanno diritto a poter pregare». Don Ruggero ha fatto dell'accoglienza uno stile di vita che conferma ogni giorno. Anche perché, nel grande aeroporto internazionale di Malpensa, a oggi manca uno spazio per pregare destinato a chi non è di religione cattolica.
"Mi piacerebbe che ci fosse un luogo dove anche chi non è cristiano possa raccogliersi in preghiera", si augura il cappellano. Ne parla anche nel sito della cappellania di Malpensa (clicca qui) dove a chi gli chiede "Ma qui in aeroporto non c'è una sala per pregare per chi non è cristiano?", risponde "Sono imbarazzato nel dire non c'è; cerco di dare qualche spiegazione ed esprimo il desiderio di poter vedere un locale della preghiera per ogni religione come in molti aeroporti".
Diversi scali internazionali nel mondo hanno una Interfaith chapel: una cappella interconfessionale, aperta ai fedeli di qualsiasi religione.
A oggi nello scalo internazionale milanese non c'è uno spazio del genere, e l'unico servizio per pregare al T1 è appunto la cappella al secondo piano check-in, in zona pubblica, ma il cappellano vorrebbe parlarne con i vertici di Sea. Con i nuovi piani di restyling dell'aeroporto un'area simile potrebbe trovare spazio "Tanto più che si svilupperà in un altro settore rispetto a quello dove siamo noi, che resteremmo quindi un po' decentrati", ragiona il religioso. Camagni sta portando avanti un lavoro di accoglienza e apertura anche dal web, dove cura una rubrica che dà voce ai senza voce che passano dall'aeroporto: rifugiati e clochard (in questo periodo di freddo, arrivano fino a 180 gli invisibili che cercano rifugio per una notte al caldo tra i terminal).
Tante le storie di dialogo interreligioso, sul quale Camagni ha condiviso e messo a disposizione sul web alcuni appunti stesi leggendo la lettera del cardinale Carlo Maria Martini "Noi e l'Islam".
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