Penati: "Rinuncio alla prescrizione"
Intanto si allarga l'inchiesta su Sesto San Giovanni: indagato manager di Banca Intesa
Il Pd chiede un passo indietro, Filippo Penati "obbedisce". Non si avvarrà della prescrizione nell'inchiesta sull'ex Falck di Sesto San Giovanni, l'ex sindaco ed ex presidente della Provincia di Milano, indagato come presunto collettore di un grande giro di mazzette dall'inizio degli anni duemila al 2009. In mattinata, alla presentazione della Festa democratica al via venerdì al Palasharp, il segretario provinciale del partito Roberto Cornelli gli aveva chiesto il nuovo passo indietro. "Sono garantista - ha spiegato - e non chiedo dimissioni a chi ha avuto un avviso di garanzia, ma la rinuncia alla prescrizione sì. Abbiamo preso atto della sua autosospensione dal partito, l'espulsione non è prevista ma ci vuole un'assoluzione piena per proseguire il percorso politico. Per un dirigente il rapporto di fiducia con gli elettori è tutto, se rimangono ombre per forza di cose il rapporto si rompe". Poche ore dopo la replica di Penati, sotto forma di lettera allo stesso Cornelli e al presidente provinciale Ezio Casati: "Se, al termine delle indagini che tuttora sono in corso, tutto non verrà chiarito, non sarò certo io a nascondermi dietro la prescrizione. Non ho avuto in passato, e non ho oggi, conti all'estero o tesori nascosti - ha aggiunto - Non ho preso denaro da imprenditori e non sono mai stato tramite dei finanziamenti illegali ai partiti a cui sono stato iscritto. Con la politica non mi sono arricchito". Intanto, sul fronte giudiziario, si allarga l'inchiesta della Procura di Monza, che ha iscritto nel registro degli indagati Maurizio Pagani, manager di Banca Intesa chiamato in causa dalle dichiarazioni dell'imprenditore Piero Di Caterina su presunte mazzette legate al passaggio di quote della Milano-Serravalle alla Provincia di Milano, all'epoca in cui Penati era presidente.
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