TEATRO
Omaggio a Shakespeare con Mauri e Sturno
Il festival «Fra sacro e Sacro Monte» da 7 edizioni ci ha abituato ai grossi nomi del teatro italiano, primo fra tutti Giorgio Albertazzi, scomparso a fine maggio. La tendenza si conferma quest’anno: dopo Lucilla Giagnoni e Massimo Popolizio, sono in arrivo Glauco Mauri (che con Albertazzi lavorò ai tempi di Anna Proclemer) e Roberto Sturno, impegnati con la loro compagnia ne «Il canto dell’usignolo», un recital dedicato ai 400 anni dalla morte di Shakespeare, con le musiche composte ed eseguite dal vivo da Giovanni Zappalorto.
Nessun grande attore può prescindere dalle opere del Bardo: non fanno eccezione il pesarese Mauri (classe 1930) e il romano Sturno (1946), che nelle loro lunghe carriere hanno dato vita a numerosi personaggi shakespeariani.
Il loro omaggio esalta la poeticità del testo drammaturgico, con la lettura di brani tratti da «Enrico V», «Come vi piace», «Amleto, «Riccardo II», «Timone d’Atene», «Giulietta e Romeo», «Giulio Cesare», «Re Lear», «La Tempesta», «Enrico IV», «La dodicesima notte», «Macbeth», «Re Lear» e versi da «I Sonetti» 22, 29, 60, 66, 71, 129 per le traduzioni di Elio Chinol, Angelo Dallagiacoma, Dario Del Corno, Luigi Lunari, Mario Luzi, Eugenio Montale, Piero Rebora, Romana Rutelli, Alessandro Serpieri.
La poesia è l’ultimo baluardo contro la volgarità dilagante, di cui si trova metafora perfetta nella favola di Lessing «Il pastore e l’usignolo» che dà il titolo allo spettacolo: «Caro usignolo, perché non canti più?». «Ahimè - ma non senti come gracidano forte le rane?». «Certo che le sento (…) ma è il tuo silenzio che mi condanna a sentirle».
Giovedì 14 luglio al Sacro Monte di Varese, terrazza del Mosè, ore 21, ingresso gratuito, navetta gratuita Morandi Tour (prenotazione allo 0332.287146), funicolare aperta e gratuita prima e dopo lo spettacolo.
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