Niente cibo per protesta
Da sedici giorni non tocca cibo per portare l’attenzione su un problema che riguarda la polizia di Stato in particolare, ma la sicurezza del Paese in generale. Sì, perché se gli agenti utilizzano giubbotti antiproiettili ormai scaduti o non vengono formati per fronteggiare il terrorismo islamico, la questione riguarda tutti. È questo il punto di partenza della clamorosa protesta condotta da Gianni Tonelli, segretario generale del Sap, sindacato autonomo di polizia.
A lui l’altro giorno, durante il consiglio nazionale che si è tenuto a Rimini, è andato il sostegno dei colleghi varesini, rappresentanti dal segretario aggiunto Carlo Corazzari: «Massima solidarietà a lui - ha commentato lo stesso Corazzari - e non ci fermiamo qui. Inizia la mobilitazione anche nella nostra provincia perché il sistema sicurezza è debilitato e tutti lo devono sapere». Dal canto suo, Tonelli sottolinea in particolare la gravità della sospensione dal servizio del poliziotto che in tivù mostrò giubbotti antiproiettili considerati non sicuri: «Si tratta di un padre di famiglia che ha solamente detto la verità. Anzi, sono stati colpiti proprio i poliziotti migliori: quelli che tengono al proprio lavoro e hanno avuto il coraggio di denunciare la situazione».
Il segretario del Sap annuncia che nei prossimi giorni le proteste coinvolgeranno tutte le Questure italiane, con incontri e banchetti informativi.
«Per quanto mi riguarda – conclude Tonelli – io continuerò fino a quando interverrà il presidente della Repubblica: più mi mancano le forze, più aumenta la mia determinazione ad andare avanti in questa protesta».
© Riproduzione Riservata