LA SVOLTA
Morta in casa, arrestato il marito
L’inchiesta porta in carcere un anno dopo Alessandro Argenziano, accusato di aver ucciso Stefania Amalfi e di maltrattamenti in famiglia. Avrebbe costretta la donna a scrivere la lettera d’addio per far pensare al suicidio
E’ stato arrestato dalla Squadra mobile di Varese Alessandro Argenziano, 39 anni, accusato di aver ucciso la moglie esattamente un anno fa, il 26 aprile del 2015, nell’appartamento dove viveva la coppia in via Conca d’Oro. Il cadavere della donna, Stefania Amalfi, 28 anni, fu trovato sul letto. Il marito nei giorni successivi fu indagato a piede libero con l’accusa di omicidio volontario. Un anno dopo il gip di Varese ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dell’uomo, in seguito agli accertamenti disposti dal pm Sabrina Ditaranto. Argenzano è accusato di omicidio e maltrattamenti in famiglia.
Nel corso dell’indagine, è stato raccontato durante una conferenza stampa in questura, era emerso che Argenzano avrebbe sottoposto la donna a veri e propri atti sottomissori, impedendole addirittura di mantenere contatti con la famiglia d’origine. Oltre alle violenze psichiche, nella storia della coppia ci sarebbero state anche frequenti violenze fisiche.
Secondo la ricostruzione dei fatti, la sera del 26 aprile 2015 l’uomo, dopo aver somministrato alla moglie una forte quantità di farmaco calmante, l’avrebbe ridotta in uno stato di semi incoscienza per poi soffocarla. Il movente dell’omicidio sarebbe di natura economica, legato al desiderio di entrare in possesso di una polizza di risparmio che la donna aveva stipulato a proprio nome.
La circostanza che ha reso ancor più complicato il prosieguo dell’indagine, è stata determinata da una vera e propria “messa in scena” da parte di Argenziano, che da subito ha mostrato agli agenti e ancor prima al personale del 118, una lettera scritta dalla moglie, in cui spiegava i gesti di quello che definiva un suicidio. La lettera è stata scritta dalla donna, come dimostrato dai periti, ma sicuramente in un momento diverso dagli attimi precedenti la morte della donna, poiché la perizia conferma come la mano sia quella di una persona non obnubilata dai farmaci. Ciò lascia supporre che Argenziano, con il pieno controllo sulla vita della donna, l ‘abbia persuasa a scrivere quella lettera per allontanare da sé ogni sospetto.
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