LA DECISIONE
Molina, il Tar dà ragione a Campiotti
«Poteri di vigilanza ai Comuni e non all’Ast». L’avvocato Romano: «Un altro commissariamento e denunciamo»
La terza sezione del Tribunale amministrativo lombardo ha dato ragione a Christian Campiotti e all’ex consiglio d’amministrazione della Fondazione Molina, in merito alla vicenda del commissariamento dell’istituto di viale Borri da parte dell’Ats Insubria.
Di fatto, con la sentenza pubblicata oggi, mercoledì 3 gennaio, il Tribunale amministrativo ha stabilito che con il passaggio da Asl ad Ats non sono stati trasferiti i poteri di vigilanza, che vanno in capo ai Comuni. Tradotto: l’Agenzia di tutela della salute non era e non è competente nella materia in questione.
L’avvocato Pietro Romano, che fin dall’inizio assiste Campiotti in questa complessa vicenda (iniziata oltre un anno fa, con la defenestrazione dell’allora Cda, tra l’altro per un prestito concesso a una società legata a Rete 55, con nomina del commissario straordinario Carmine Pallino), non usa mezzi termini: «Da domani, giovedì 4 gennaio, il presidente potrà tornare al suo posto. Ora Ats stia attenta a come si muove: laddove dovesse disporre un secondo commissariamento, ci saranno conseguenze anche a livello penale».
E proprio dagli uffici di via Ottorino Rossi intervengono sulla vicenda con una nota stringata: «Ats Insubria prende atto della sentenza del Tar, comunicando che presenterà appello al Consiglio di Stato. Pure nel rispetto della sentenza di primo grado, si rileva come la scelta di commissariare l’istituto di viale Borri abbia permesso di fornire a tutte le istituzioni un quadro complessivo della situazione».
Ampio servizio sulla Prealpina di giovedì 4 gennaio.
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