L’APPELLO
«Per favore portatemi in galera»
Dopo le minacce alla ex, domiciliari coi genitori: evade per andare in prigione
Sabato 25 agosto, subito dopo essere stato dimesso dal reparto psichiatrico, il quarantottenne si era ritrovato davanti i carabinieri che, con un’ordinanza del gip Luisa Bovitutti, lo hanno portato a casa dei suoi genitori in regime di arresti domiciliari.
Un provvedimento richiesto dal pubblico ministero Rossella Incardona dopo che l’uomo , l’8 agosto, si era presentato sotto casa della ex moglie a Cislago con un coltello, per ucciderla.
Ma chiuso tra le mura domestiche, con due genitori troppo ansiosi, non è riuscito a stare. Domenica 26 agosto, a neppure ventiquattro ore dall’arresto, ha chiamato i carabinieri: «Venitemi a prendere, portatemi in carcere, io qua non ce la faccio più».
Non vedendo arrivare la pattuglia, dopo circa dieci minuti ha richiamato l’Arma: «Allora, venite o no?».
I militari gli hanno spiegato che stavano valutando come procedere, lui ha chiuso la conversazione ed è uscito a piedi per raggiungere la caserma.
«Sono qua, arrestatemi». E così hanno fatto i militari, d’intesa con il pubblico ministero Susanna Molteni che ha chiesto il processo per evasione con rito direttissimo. Ieri pomeriggio, lunedì 27 agosto, difeso dall’avvocato Stefania Gennaro che ha optato per il rito abbreviato, l’uomo è comparso davanti al giudice Rossella Ferrazzi: il procuratore capo Gianluigi Fontana - che ieri ha dovuto coprire il turno dei vice procuratori onorari - ha chiesto una pena di quattro mesi e il giudice l’ha accolta in pieno. Un’ora prima l’uomo era al secondo piano del tribunale di Busto Arsizio per l’interrogatorio davanti al gip Bovitutti, circoscritto ovviamente ai reati di stalking, porto d’arma e resistenza a pubblico ufficiale per il quale il giudice ha emesso la misura. Per i fatti dell’8 agosto quindi, quando ha chiamato il 112 annunciando che sarebbe andato ad ammazzare la ex moglie. E ha dato la sua versione dei fatti.
«Quel giorno ho perso la testa: da un mese e mezzo non prendevo più gli ansiolitici perché non avevo i soldi per comprarli. Quando mi è arrivata l’ingiunzione di pagamento per il mantenimento che non riuscivo a corrispondere alla mia ex non ho capito più nulla».
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