FUCILI, FRATTURE E PUGNI
Legnano: lei accusa, loro assolti
Secondo processo con la stessa donna che denuncia violenze: il giudice non le crede mai
Una donna pericolosa per chi incrocia il suo cammino. Perché le relazioni con lei finiscono davanti al giudice: gli ex si ritrovano imputati per le peggiori accuse.
Ma l’altro giorno, per l’ennesima volta, il tribunale non le ha creduto e ha assolto il legnanese difeso dall’avvocato Renato Musella perché il fatto non sussiste. La quarantaduenne aveva denunciato gravi episodi di stalking e addirittura la frattura dello sterno che il compagno le avrebbe causato con un pugno, sferrato nel tentativo di impedirle di lasciarlo.
Raccontò anche di ripetute minacce di morte che l’uomo una sera di luglio del 2019 avrebbe profferito imbracciando un fucile,
Per difendersi, la donna - un metro e ottanta di altezza contro il metro e sessantotto centimetri del fidanzato - gli strappò i capelli a ciocche riducendolo in lacrime (lo ha riferito lei stessa nel corso del dibattimento). Ciò nonostante ad agosto la coppia partì per le vacanze e decise pure di sposarsi. L’avvocato Musella ha messo in luce le contraddizioni della presunta vittima di violenze richiamandosi alla vicenda con il precedente compagno, pure lui assistito da Musella. «La parte offesa è risultata del tutto inattendibile già con l’altra sentenza. Tende a inventare, lo ha fatto in quel processo e lo ha fatto pure in questo». Il tribunale si è dichiarato concorde.
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