TEMPO LIBERO
La siccità azzera i funghi
"Inutile andare in Svizzera o in Piemonte, non ce ne sono neanche a cercarli con il laternino", spiega il micologo varesino Sergio Rubini. Colpa del caldo, ma non solo
Complice il tempo secco e le ondate di calore che si sono susseguite, quest’estate il bosco è insolitamente avaro di funghi.
«Ma non è detto che sia solo questa la ragione, perché come sosteneva Giacomo Bresadola, il maggiore micologo italiano, “i funghi non hanno studiato come gli uomini , ma crescono come, quando e dove vogliono” - dice Sergio Ruini, micologo varesino ben noto anche all’estero, scopritore pure di alcune specie di miceti - Quello che sta avvenendo quest’anno in parte gli dà ragione, anche se dobbiamo ammettere che la siccità di sicuro gioca un ruolo fondamentale».
E non serve neppure cambiare zona, per non dire bosco. La costernazione dei “fungiatt” rimbalza dal Varesotto al vicino Canton Ticino, passando per il Piemonte: di funghi, da nessuna parte c’è traccia. E non vale questa volta tenere segrete le “mete” (una sorta di segreto di pulcinella, perché pur custodite gelosamente sono note ai più): zero funghi nella Confederazione, sia che si tratti di Canton Vallese, come di Uri o di Berna, e pure in quello di San Gallo. Nessuno ne trova, così come non ce ne sono sul monte Lema, altra meta elvetica classica per i varesini, come pure nel Luinese o nella Valcuvia.
«In questo periodo l’anno scorso, quando avevamo in effetti avuto un’estate assai più piovosa, si trovavano tanti funghi, di tutte le specie sopra citate - riprende Ruini - E pensare che di funghi ne abbiamo avuti poi anche a novembre e dicembre (quando di solito fa troppo freddo) , e addirittura sino a Natale». Ma è stata un’anomalia, anche allora, dovuta alle temperature insolitamente miti. «Forse se ci fosse stato qualche temporale in più, finferli o russole sarebbero cresciuti - ammette Ruini - Ma ora che è addirittura in arrivo un’altra ondata di calore rovente, quindi addio speranza di trovare funghi».
E non è neppure il primo anno che si registra quest’eccezionale penuria: tre o quattro anni fa, a memoria di appassionati, successe all’incirca la stessa cosa. Meglio mettersi il cuore in pace o sperare nel meteo: che sia inclemente, questa volta.
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