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I timori di Giulia: «Amo lavorare ma il futuro mi scoraggia»
Impegno, sacrifici e sogni, ma anche tanta disillusione per un’insegnante 28enne. Sulla Prealpina, oggi, sabato 4 maggio, quattro pagine dedicate al mondo del lavoro
A 28 anni Giulia Genualdi lavora come insegnante in una scuola secondaria di primo grado della provincia di Varese: tanto impegno, tanti sacrifici - dal momento che vive lontana dalla sua famiglia rimasta a Palermo - tanti sogni per il futuro ma anche tanta disillusione di fronte alle incognite non solo lavorative, ma soprattutto relative alla pensione, per quanto ancora molto lontana. Giulia è una precaria della scuola e, come lei, ce ne sono moltissime, anche di età molto più avanzata.
MIGLIORARE IL PUNTEGGIO
«Sono inserita nella graduatoria provinciale - spiega la giovane docente, abilitata anche per l’insegnamento dell’inglese alle scuole secondarie di secondo grado - e ogni anno vengono assegnate delle cattedre, che possono essere o annuali, fino al 31 agosto, oppure fino al termine delle attività didattiche, il 30 giugno. Più punteggio si ha e più si ha la possibilità di ottenere una buona cattedra, infatti io ho fatto molti corsi, tutti pagati di tasca mia e anche molto cari, per poter migliorare gradualmente il mio punteggio. Inoltre mi sono spesso adattata, in questi due ultimi anni, in attesa di una cattedra più vicina alla mia abitazione, oppure più corrispondente alle mie predisposizioni didattiche».
PREOCCUPAZIONE E PRECARIATO
Ogni anno la nomina di cattedra non è però scontata, perché ci sono i concorsi e le nuove immissioni in ruolo che, eventualmente, lasciano libere solo cattedre vaganti (supplenze). Quindi si tratta di lavoro precario a tutti gli effetti. «I pagamenti sono sempre puntuali, ma le spese sono davvero tante - ammette la giovane insegnante -. Ho cominciato a lavorare subito dopo la laurea, avendo discusso la magistrale nel 2023. Ho lavorato subito e sono ancora molto giovane, tuttavia sono anche molto preoccupata rispetto a quello che potrà essere il mio futuro. Per come stanno le cose adesso e ascoltando e leggendo tutte le notizie che si rincorrono sul sistema pensionistico, mi domando se noi giovani potremo mai percepire una pensione dignitosa».
PAURA DEL FUTURO
La paura è che, un domani, non ci saranno più fondi per garantire un assegno adeguato a coloro che si sono affacciati da poco al mondo del lavoro. «Il quadro politico è sempre perennemente incerto - aggiunge Giulia - e, a cicli di pochi anni, compaiono sempre nuove leggi o proposte di legge. Tutti questi cambiamenti repentini non possono che far percepire a noi giovani un clima di grande incertezza e di grande sfiducia nella possibilità di un roseo futuro pensionistico. Personalmente mi sento un po’ scoraggiata: amo il mio lavoro, però non è privo di preoccupazioni. Non ho ancora mai pensato a una pensione integrativa, ma sicuramente lo farò in futuro. Per adesso è prematuro, ma non è sicuramente una possibilità non realistica. Anzi, potrebbe essere una saggia alternativa».
“Quale lavoro?”: oggi, sabato 4 maggio, il focus di quattro pagine sulla Prealpina, in edicola e anche in edizione digitale.
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