IL CASO
Graffitaro sacrilego, chiesetta imbrattata
Sdegno a Bizzozero per le scritte sui muri di Santo Stefano: la parola “Nem”, tracciata con vernice spray,è comparsa anche sulla tettoia dell’edificio
Non è chiaro con precisione quando siano state vergate le scritte a bomboletta spray, ma i residenti di Bizzozero se ne sono accorti in questi ultimi giorni. E in molti hanno voluto far sentire la propria voce per denunciare lo sdegno. Già in passato il muro di cinta e la porticina d’ingresso erano stati presi di mira con scritte e disegni, ma stavolta il vandalo di turno ha fatto le cose in grande, arrivando ad arrampicarsi sopra la tettoia all’ingresso dell’edificio.
Non c’è pace, insomma, per la chiesetta di Santo Stefano, accanto al cimitero di via Portorose, traversa di viale Borri. In vari punti dell’edificio è comparsa la scritta “Nem”, con una sorta di cerchio o di aureola, non è ben chiaro - sulla seconda lettera: sembrerebbe trattarsi di una “tag”, ossia la firma che utilizzano i writers per marcare il proprio territorio e sottolineare la paternità dei murales. Ma in questo caso di artistico c’è ben poco: tre lettere in stampatello maiuscolo tracciate con un tratto anche piuttosto semplice.
La voce dei nuovi vandalismi si è subito sparsa nel quartiere, per “approdare” anche sul sito web Bizzozero.net e sulla pagina Facebook “Bizzozero e Bizzozeresi”. E sono in tanti a chiedere più attenzione per questo spicchio di città, anche perché il quartiere nacque come borgo rurale di origine celtica e fu comune autonomo fino al 1927 quando fu accorpato alla Città Giardino, elevata a capoluogo di provincia. E proprio la chiesa di Santo Stefano è stata proclamata monumento nazionale: si tratta infatti di un gioiello architettonico con testimonianze dell’arte pittorica romanica del XV e XVI secolo, con affreschi che risalgono addirittura al periodo compreso fra l’XI e il XV secolo tra cui alcune opere di Galdino da Varese, mentre la torre con monofore è considerata un raro esempio di Romanico. Ma evidentemente le caratteristiche storiche e perfino religiose dell’edificio non sembrano essere state prese in considerazione da “Nem”, che ha utilizzato quei muri per cimentarsi in esercizi a mano libera con vernice spray.
Resta da capire se questa tag rientri in qualche modo nel “catalogo” redatto dalla polizia locale quasi un anno fa, alla fine di luglio: grazie a quella maxi indagine, gli agenti guidati dal comandante Emiliano Bezzon censirono circa 5mila graffiti e oltre 150 firme trovate in città, appartenenti ad altrettanti graffitari, di cui poi ne furono denunciati trentatré. Da qui potrebbero arrivare elementi utili a dare un’identità al vandalo di Bizzozero.
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