LA VERTENZA
Franco Tosi in Brianza. Choc a Legnano
Luminari: «Da Roma risposta imbarazzante, siamo preoccupati. Noi abbiamo già fatto tutto il possibile per favorire le imprese»

L’annuncio che Alberto Presezzi è ormai pronto a spostare la Franco Tosi in Brianza è stata per Legnano una doccia fredda.
Se quattro mesi fa quella di Presezzi poteva sembrare una provocazione, adesso è chiaro che si fa sul serio. E che la città rischia di ritrovarsi dal prossimo anno senza la fabbrica attorno alla quale è cresciuta.
Adesso, tutti si domandano increduli come sia stato possibile arrivare a questo punto.
«La risposta che gli è arrivata da Roma è imbarazzante - afferma il vice sindaco Pier Antonio Luminari -. Capisco tutta la sua irritazione».
Va bene, ma cosa si può fare ora per evitare che la Tosi lasci la città?
«Il Comune ha già fatto tutto quello che era in suo potere, tutte le richieste che erano state avanzate dagli industriali riguardo la possibilità di agevolare chi investe sulle aree dismesse sono state accolte».
Crede che basterà?
«Stimiamo che nell’arco dei prossimi cinque anni Franco Tosi potrebbe ottenere sgravi per un totale di circa 500 mila euro. Certo, i conti che fa Presezzi sono altri. Ma cifre del genere possono essere messe in campo solo dal ministero per lo Sviluppo economico, un Comune di più non può fare».
Concretamente, quali sono gli incentivi messi in campo?
«Ascoltate le richieste di Confindustria, abbiamo individuato tre aree che riteniamo strategiche: Franco Tosi, Manifattura di Legnano ed ex Giovanni Crespi di via Pasubio. Per chi investe in queste aree, nel bilancio preventivo del prossimo anno Il Comune rinuncerà alla sua quota Imu. Sono inoltre previsti sgravi sugli oneri di urbanizzazione secondari, mentre stiamo studiando la possibilità di istituire la figura di un tutor che segua gli imprenditori che si interfacciano con gli uffici comunali».
Tutte cose che a luglio erano state chieste da Confindustria Alto Milanese.
«Sì, praticamente abbiamo accolto tutte le richieste di Confindustria. Compresa quella che prevede di scambiare le quote variabili di Imu e Tasi, così da permettere alle imprese che investono sulle aree dismesse di detrarre il costo della fiscalità locale dalla fiscalità generale. Verificato che l’operazione era possibile, non abbiamo avuto difficoltà».
Questo vale per Presezzi come per qualsiasi altro imprenditore che investe nelle aree dimesse. Ma senza la Tosi chi verrà a investire in città?
«Non nascondo la mia preoccupazione. Il rapporto con Presezzi è ottimo, come Comune crediamo di aver fatto la nostra parte. Ora spetta al Mise dare delle risposte: purtroppo non abbiamo la possibilità di incidere sulle scelte del governo».
Se se ne va la nuova Tosi, cosa ne sarà dell’area di 282 mila metri quadrati in centro alla città?
«Non nascondo che il percorso sarebbe tutto in salita. Se Presezzi lascerà lo stabilimento di piazza Monumento, Legnano dovrà reinterrogarsi su tante cose».
© Riproduzione Riservata