LA STORIA
Figlia d'arte predestinata
Valeria Colombo da Cazzago Brabbia ha realizzato il suo sogno: è diventata attrice. "Dai genitori ho imparato ad amare lo spettacolo"
"Nel primo film ero praticamente muta, nel secondo dico una battuta; sono molto curiosa di sapere cosa mi riserverà il terzo".
Scherza (e minimizza) Valeria Colombo - in questi giorni al Festival di Berlino - ma è consapevole e felice di come il sogno di diventare attrice sia ormai realizzato. Logico punto di arrivo di chi si diploma al Centro Sperimentale Cinematografico di Roma.
Che tipo di scuola è?
Serissima. Con lezioni tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. Non si studia solo recitazione ma anche molte altre materie: canto, voce, danza, acrobatica e yoga tra le altre.
Lei a Roma è arrivata da Cazzago Brabbia. I suoi genitori, Betti e Chicco, sono artisti di professione. Quanto ha influito questo sulle sue scelte?
Difficile dirlo perché credo che ognuno cerchi la sua strada ma certo vivere in una famiglia in cui l'arte non viene considerata oggetto sconosciuto. Da loro ho imparato l'amore per lo spettacolo in genere ma, al posto del teatro o dei burattini, ho scelto il cinema.
Decidendo presto di fare l'attrice, come del resto risulta dal libro "Le firme"...
Lì ero già alle superiori ma al diventare attrice avevo pensato molto prima. Quando mamma e papà erano impegnati con il lavoro mio fratello ed io guardavamo la televisione, prevalentemente film. A otto anni - ne ho un ricordo preciso - vidi "Vertigo - La donna che visse due volte" di Alfred Hitchcock. Ne rimasi estasiata e pensai che da grande mi sarebbe piaciuto essere Kim Novak. Ma non mi fermai. Ogni volta che vedevo un film sognavo di essere la protagonista o una delle protagoniste; alla fine ho capito che volevo semplicemente fare l'attrice.
Da qui l'approdo al Centro Sperimentale...
Passando però prima per il Dams. Nel 2009 ho voltato le spalle a Cazzago Brabbia e a Varese. Un passo in qualche modo obbligato anche se quando posso, ad andar male almeno nel periodo delle feste natalizie, torno volentieri per stare un po' con i miei e i vecchi amici.
Ma le è anche capitato di tornare per girare un film..
Sì, per "Il capitale umano". Il primo provino l'ho fatto a Roma, il secondo a Milano, le riprese appunto a Varese. Mi si vede nella scena girata nella galleria Crosetti (in realtà di Francesco Bucaro; ndr) in via Vetera quando trattengo Silvia Cohen infuriata con Valeria Bruni Tedeschi. Proprio una particina ma in un film a mio giudizio molto bello che oltretutto mi ha permesso di conoscere Paolo Virzì, una persona estremamente gentile.
C'era però già stato un esordio "al sangue"...
In La casa nel vento dei morti, un titolo non propriamente rassicurante. Si tratta di un horror diretto da Francesco Campanini. Sono Gigia, figlia di contadini; per esigenze di copione, faccio scena muta.
Peccato, perché la voce di Valeria Colombo è molto bella. Come ben sa chi avuto l'opportunità di sentirla alla radio o a teatro (al suo attivo anche un corso alla "Paolo Grassi" di Milano) dove, tra l'altro, ha interpretato "Zoo di vetro" di Tennessee Williams e il Faust di Pessoa.
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