SACRO MONTE
Elisabetta Pozzi affronta Testori
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Fra i graditi ritorni della rassegna «Tra sacro e Sacro Monte», c’è un pezzo da novanta come Elisabetta Pozzi, premiata con riconoscimenti come il David di Donatello, il Duse, l’Ubu. L’attrice genovese, classe 1955, aveva presentato nel 2013 sulla terrazza del Mosè l’anteprima del suo monologo su Giovanna D’Arco, per la regia dello stesso direttore del festival Andrea Chiodi. Ora torna con un’altra prova intensa dedicata alla madre di Cristo: «Interrogatorio a Maria» di Giovanni Testori.
Se il «Magnificat» di Alda Merini, che Arianna Scommegna porta in scena il 13 luglio, esalta il paradosso di Maria, Testori si concentra sulla sua dimensione di madre e di donna: madre delle madri e donna delle donne. Anche qui l’umanità di Maria emerge con forza, nel dolore straziante per la perdita di un figlio amato. Ma anche nella speranza riposta nella parola, in quel Verbo che annuncia una gioia immensa e disperde la sofferenza nell’attesa di una gloria eterna.
Sono i sentimenti che trapelano dalle risposte che Maria è chiamata a dare alle domande incessanti di un coro che la evoca, in uno spazio scenico scarno e aperto che si riempie di una dimensione tragica in cui a suo agio si trova la Pozzi, volto di diverse (anti)eroine del mito come Medea, Cassandra, Clitennestra. E incrociandosi con il religioso che permea tanta produzione del drammaturgo milanese, morto di cancro nel ’93, cattolico e omosessuale, fondatore del teatro degli Incamminati con Franco Branciaroli ed Emanuele Banterle. «Interrogatorio a Maria» fa parte della sua seconda trilogia, nata dopo la morte di sua madre nel ‘77.
Martedì 11 al Sacro Monte di Varese, terrazza del Mosè, ore 21, gratuito, navetta gratuita ore 20 da piazza Monte Grappa.
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