SALUTE PUBBLICA
Discarica, serve analisi epidemiologica
«Finalmente si apre uno spiraglio. Il problema rimane, ma ora almeno c’è trasparenza»
Analisi epidemiologica sul territorio: si parte dai dati dell’aria ma non è escluso che sia il prossimo passo dell’amministrazione. «La chiediamo da oltre dieci anni e questa volta pare che ci sia apertura e disponibilità. Abbiamo visto grande attenzione sulla discarica», dice Carla Castellanza guida del Cipta (associazione ambientalista di Gorla Minore). «Che ci risulti, è la prima volta che il sindaco di Gorla Maggiore convoca la cittadinanza per un’assemblea sulla discarica. L’incontro è stato l’esposizione di dati tecnici, fatti e documenti in base ai quali ognuno dei presenti ha potuto elaborare dei giudizi personali. Abbiamo notato l’assenza dei protagonisti della passata amministrazione».
Castellanza, che è sempre intervenuta sulla discarica, sottolinea: «In una sola serata, abbiamo conosciuto più dati e notizie sulla discarica di quelli acquisiti finora. A partire dal 1996 (anno in cui si è costituito il Cipta), quante richieste di visita in discarica, di far parte della commissione di controllo, di accedere ai dati, di effettuare un’indagine epidemiologia. Richieste che sono rimaste inascoltate e per la prima volta invece vediamo la volontà di fare chiarezza. Ci è piaciuta l’insistenza del sindaco Pietro Zappamiglio sulla trasparenza e nel coinvolgere i cittadini e le popolazioni confinanti, scoprendo, durante il dibattito, che il bilancio comunale è stato sganciato dagli introiti della discarica».
Entrando nel merito, Castellanza puntualizza: «Come persone preoccupate della salute e dell’ambiente, non ci è piaciuto venire a sapere che, dopo l’approvazione dell’Aia (autorizzazione integrata ambientale), nella discarica, dove giacciono già milioni di rifiuti, ne verranno conferiti ancora un milione e duecentomila tonnellate in più, non si sa con quale sostenibilità per acqua e aria dei nostri paesi. Di questo però dobbiamo ringraziare chi, nel 2013, ha dato parere favorevole all’approvazione della Via (valutazione impatto ambientale) in Regione, atto formale purtroppo decisivo per il destino della discarica di cui ci eravamo occupati senza che nessuno mai ci desse ascolto».
L’esponente ambientalista che in questi anni non è mai stata tenera, andando a caccia di informazioni, lottando anche contro il piano Cave regionale quando ancora alla guida di Palazzo Lombardia c’era Formigoni, insiste: «Per la prima volta abbiamo sentito parlare con determinazione di anno di chiusura e messa in sicurezza, obiettivi che, visto gli enormi interessi in gioco, si potranno raggiungere, secondo noi, solo con il coinvolgimento delle popolazioni interessate e soprattutto del Comune di Mozzate, i cui bilanci, visti i 72 milioni di debito lasciati in eredità dalle precedenti amministrazioni pro discarica, sono dipendenti e lo saranno per anni, dagli introiti».
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