IL CASO
Commissariato il Molina
Decade il Consiglio d’amministrazione guidato da Christian Campiotti: l’ha deciso l’Ats Insubria al termine di un’indagine amministrativa
Commissariata la Fondazione Molina. Dopo la bufera degli ultimi mesi, seguita alla diffusione di notizie su un prestito obbligazionario concesso un anno fa a una società controllata da Rete 55 (450mila euro), dopo le furibonde polemiche sulla mancata audizione del presidente del Cda Christian Campiotti (Lega Civica) in commissione regionale, le richieste del sindaco Davide Galimberti alla procura di indagare la gestione della Fondazione e l’espulsione dei due consiglieri d’amministrazione leghisti dal Carroccio, ora l’Ats Insubria ha spezzato l’impasse.
Il consiglio di amministrazione è decaduto. Al suo posto arriva un commissario esterno. La decisione è stata presa al termine di una indagine amministrativa della ex Asl, che ha potere di controllo sulle fondazioni e sulle loro erogazioni nel campo della sanità. Il primo a commentare la notizia, dalla sua pagina Facebook, è stato il consigliere regionale varesino di Forza Italia Luca Marsico: «Finalmente chiarezza», il suo lapidario commento su una vicenda in merito alla quale si era più volte speso, ultimo pochi giorni fa quando, con il collega leghista Emanuele Monti, aveva chiesto al presidente della Commissione sanità regionale di avviare un’inchiesta. «Evidentemente l’«opacità» sulla vicenda che era emersa in seguito alla presentazione della mia interrogazione e nel corso dell’audizione in Regione avevano un fondamento. Tant’è che l’Ats ha deciso questo provvedimento». Lunedì 28 in Regione è all’ordine del giorno l’istituzione della commissione d’indagine sul Molina da parte della Commissione III (Sanità e politiche sociali).
«Il commissariamento del Molina non mi sorprende - ha dichiarato invece il consigliere comunale del Pd Fabrizio Mirabelli - A questo punto, visti i comportamenti opachi di questi mesi, era un atto dovuto a tutti i varesini, ai lavoratori del Molina stesso, ai pazienti, ai loro familiari. Un risultato che è stato possibile conseguire grazie a tutti coloro che, al di là degli schieramenti politici, invece di tentare di minimizzare, hanno dimostrato di lavorare, davvero, per il bene comune e di avere a cuore Varese. Ora, sarà necessaria la massima trasparenza perché il Molina è un patrimonio di tutta la nostra città».
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