L’APPELLO
«Aiutateci a salvare gli animali»
Sos del “Rifugio” di Brissago al governatore della Lombardia: «Non è possibile che non esista un centro per i selvatici feriti»
«Sei chiamate in sette notti, siamo davvero esausti. Non ne possiamo più. Chiediamo aiuto alla Regione». Giancarlo Galli, il ticinese che gestisce il Rifugio Animali Felici Onlus è un fiume in piena.
I suoi collaboratori e i volontari sono stremati da notti insonni in giro per la Lombardia a portare animali selvatici feriti nel Luinese, nel resto della provincia di Varese, per poi dover affrontare giornate regolari di lavoro.
Aironi, cervi, caprioli, ma anche rapaci, scoiattoli, volpi, fagiani, faine, tassi: qui tutti vengono curati dopo un soccorso lampo, di solito anticipato da una telefonata.
«Ormai so quali sono le autorità che chiamano - dice il gestore - e sono contento che lo facciano perché così non muoiono gli animali. Dico sempre a chi è all’altro capo del telefono: «Dove andiamo stanotte»? Ma tutto questo, credetemi, comincia a essere insostenibile. Attilio Fontana, prima che governatore lombardo, è stato sindaco di Varese. Sa bene cosa vogliono dire queste vicende con animali selvatici, quali sono i problemi tra i diversi Enti statali che ormai non intervengono praticamente più. A me non interessano le ragioni dell’uno o dell’altro ufficio, ma interessano gli animali. Da me, nel Luinese, sono oltre 500 quelli che curiamo ma un conto è farlo qui, al Rifugio, un conto è uscire quasi ogni notte per raggiungere poi equipe chirurgiche veterinarie in giro per la Lombardia, a notte fonda».
«Tempo fa con la Comunità Montana - continua - si era discusso della creazione di un Centro di Recupero per Animali Selvatici (CRAS), ma l’Ente pare che sia in uno stallo politico di difficile soluzione. Molti, lo so, dicono “chiamate il Galli, tanto ci pensa lui”. Io, caro presidente, ho circa 80 anni. Ho dato fondo a tutto quello che potevo per non fare morire anche un solo singolo animale e con amarezza mi chiedo come sia possibile, in una Regione come la Lombardia, in un’area così boschiva e montana come la provincia dove vivo e da dove arriva lei, non avere un centro attrezzato per animali feriti. So bene che avete bilanci da far quadrare e di certo problemi diversi e maggiori da gestire, ne sono consapevole ma nel 2018 una grande territorio come quello lombardo potrebbe mettere in agenda un problema come questo».
Si commuove l’ex dirigente delle dogane svizzere nel raccontare la dedizione della sua squadra, pronta a viaggiare con lui in automobile anche solo per accompagnare con una carezza bestiole investite che spirano per le strade. A metterci del proprio per il carburante, per le spese sanitarie, senza mai essere ringraziati da nessuno, con solo due Comuni in provincia di Varese che hanno deciso di dare un sostegno.
«Nessuno vuole essere ringraziato - conclude Galli - ma ci rivolgiamo al presidente Fontana perché non sappiamo quanto ancora potremo andare avanti. Non vogliamo soldi ma aiuto, una rete, un progetto concreto che non ci lasci soli ogni notte per le strade della provincia di Varese in cerca di veterinari. Venga a trovarci Governatore Fontana, oltre 500 animali e tantissime persone le saranno grate».
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