IL CASO
Deve saldare: Bossi jr irreperibile
Il giudice l’ha condannato a pagare i legali della gioielleria Ceccuzzi dopo la condanna per un Rolex ma Riccardo non si trova
Riccardo Bossi è diventato come la primula rossa: lo cercano e non lo trovano. Sfugge ai creditori a quanto pare.
Lo sta cercando l’avvocato di parte civile della famiglia Ceccuzzi, Federico Consulich, che aveva assistito i gioiellieri nel processo contro di lui. Il giudice Giulia Messina aveva inflitto al figlio del senatur dieci mesi di reclusione, un risarcimento di 10 mila euro a Bruno e Alessandra Ceccuzzi e il pagamento di tutte le spese legali sostenute dalle vittime per avere giustizia davanti alla legge.
Ma, almeno per quanto riguarda quest’ultima voce, Bossi junior non ha ancora scucito un centesimo. E dire che si tratta di circa 2500 euro, una cifra abbordabile se si considera che nel 2016 il figlio del fondatore della Lega Nord venne condannato in primo grado a un anno e otto mesi per appropriazione indebita aggravataper spese personali con i fondi del Carroccio.
Circa 158mila euro, soldi pubblici che avrebbe usato, tra il 2009 e il 2011, per pagare debiti, noleggi auto, rate dell’università dell’Insubria, affitto di casa, mantenimento dell’ex moglie, abbonamento alla pay-tv, luce e gas e anche il veterinario per il cane.
Così l’avvocato Consulich si è rivolto al collega Luca Calloni affinché recuperi le competenze legali che gli spettano.
«Siamo in possesso di due certificati di residenza a Gallarate, ma quando si tratta di consegnare le notifiche, Bossi non si riesce a rintracciare. Faremo un ulteriore tentativo, poi solleciteremo l’avvio della procedura di irreperibilità», spiega Calloni.
I fatti su cui si incardina la vicenda risalgono al 2014, A ridosso di Natale il quarantenne si presentò in gioielleria per i cadeaux di stagione. Si fece consegnare un anello di Bulgari della prestigiosa e famosa collezione B zero 1 - quattro fasce in oro rosa e marmo blu - un girocollo della stessa collezione in oro rosa e ceramica nera (destinati alla ex fidanzata) e un Rolex Daytona in oro bianco del valore di 30 mila euro, per il quale Riccardo aveva ottenuto uno sconto d’eccezione rispetto ai prezzi di listino, vista la caratura del cliente.
Tutto compreso avrebbe dovuto pagare “solo” 26.480 euro. Ma lui sparì. fino a quando intervenne la squadra mobile, coordinata dal pubblico ministero Francesca Parola.
Era marzo 2015: la polizia andò a casa della ex di Riccardo e le svelò che quei preziosi regali erano stati in sostanza sottratti.
E lei restituì tutto. I gioielli vennero sistemati e rimessi in commercio, il Rolex venne riconsegnato a un gioielliere di Genova che lo aveva procurato ai commercianti e rivenduto a un prezzo particolarmente ribassato.
Poi ci fu il processo - uno dei tanti per appropriazione indebita - e la condanna. Ma nessuno ha ancora visto un centesimo.
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