L’ANNUNCIO
Recalcati dice basta
Addio alla panchina per il tecnico della stella con i Roosters: «Ho deciso prima dell’estate,quello che posso dare non è più sufficiente». Varese? «Interessante e ben costruita attorno a Caja»
Carlo Recalcati si tiene a distanza dalle luci della ribalta anche per annunciare la conclusione della sua carriera da allenatore. L’ex coach dei Roosters della Stella, che nel 2017/18 era subentrato a Luca Banchi a Torino salvo poi dimettersi dopo meno di un mese e in primavera aveva declinato la proposta di Siena in A2, ha seguito le finali di sabato del Memorial Ferrari in qualità di semplice “spettatore interessato”, come chiarisce con l’abituale stile sobrio rispondendo alla classica domanda sulle sue intenzioni per la stagione 2018/19.
«Se arrivasse una chiamata di un club? Avverto sin d’ora che possono fare a meno se si tratta di un’offerta per allenare. Ho preso questa decisione prima che iniziasse l’estate; non ho fatto comunicati né proclami, ma ritengo che bisogna essere sempre nella condizione di dare il 100 per cento, e penso che quello che posso dare oggi non sia più sufficiente. Pertanto ho l’onestà intellettuale di rendermi conto che è giunto il momento di guardare la partite; ne vedrò molte a Varese, Venezia e Brescia oltre a seguire le partite dei miei ex assistenti oggi capo allenatore».
E da spettatore come ha visto l’Openjobmetis nella gara contro Brescia?
«Mi sembra una squadra interessante: prima di tutto è ben costruita, tenendo conto del tipo di allenatore e della predilezione di Attilio Caja per un certo stile di gioco, ma poi tutti i ruoli sono ben coperti, ognuno con la propria alternativa. E poi sono tutti giocatori già rodati in Italia, cosa importante soprattutto in avvio di stagione; è stata eclatante la differenza di sabato rispetto alla Germani, accelerando l’ambientamento e la presa di coscienza su quel che puoi fare»
Dunque una Varese da battaglia come nel 2017/18, anche se l’attacco va ancora a strappi?
«Di fatto ha confermato le buone sensazioni che mi aveva già suscitato al Trofeo Lombardia di Desio. In alcuni momenti della partita c’è stata più difesa che attacco, ma questo non è un male: la consistenza in retroguardia è una garanzia per tamponare se le percentuali non ti premiano. Margini di crescita ce ne sono, ma per questo momento della stagione li ho visti molto bene».
Quale potrebbe essere la posizione dell’OJM nella griglia di partenza?
«Difficile stabilire un ranking a bocce ferme, per il valore che ha l’Openjobmetis può comunque collocarsi a ridosso dei playoff; poi dipenderà da tanti fattori, compreso l’adattamento al doppio impegno tra campionato e coppa a prescindere dal valore della competizione internazionale che si affronta. Però ripartire con 5 confermati e lo stesso staff tecnico è un ulteriore vantaggio oltre alla conoscenza del basket italiano di tutti gli effettivi; facilità di inserimento dei nuovi su un telaio già consolidato e possibilità di sviluppare in fretta l’amalgama sono vantaggi importanti».
Come vede il ranking del campionato? Si parte sempre con Milano super favorita?
«Quest’anno ancor più che in passato: l’Olimpia ha costruito una squadra molto interessante e più logica rispetto agli anni scorsi. Giocare con Brooks e Burns da italiani è un bel vantaggio; poi il nucleo ha lavorato già per un anno con Simone Pianigiani, e dunque ha già dei punti di riferimento importanti, inoltre c’è un super giocatore come Mike James. Poi il bello del nostro campionato è l’imprevedibilità che negli ultimi anni ha permesso a Sassari e Venezia di sovvertire i pronostici, speriamo che la stagione alle porte sia avvincente. Di sicuro il cambio delle regole sull’eleggibilità non ha sortito grandi differenze».
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