IL “MINISTRO” DELLE GIOVANILI
«Aspetto Rasizza. Altrimenti cambieremo»
Gianfranco Ponti rammaricato dai ritardi. «Quest’anno il budget del vivaio salirà a 300mila euro»

Gianfranco Ponti racconta il suo primo anno da dirigente della Pallacanestro Varese. L’imprenditore di Angera, entrato a luglio 2017 nel CdA con delega alle giovanili, fotografa così la prima stagione nella stanza dei bottoni.
«Dodici mesi entusiasmanti per quanto riguarda il settore giovanile, ma complicati per tutto il resto. Soprattutto per la forte delusione riguardo la poca partecipazione della città: trovo inconcepibile che un territorio ricco come il nostro fatichi a supportare un club che da 50 anni contribuisce a far conoscere il nome di Varese in Italia e in Europa. Se non fosse per un piccolo gruppo di appassionati questa società sarebbe già morta da anni...».
Ministro delle giovanili ma non solo: negli ultimi mesi è aumentata notevolmente la sua presenza negli uffici di piazza Monte Grappa.
«Ho dato disponibilità durante l’estate e fino all’inizio del campionato ad assistere Andrea Conti nel prendere le misure al nuovo incarico di direttore generale. I piloti sono lui e Toto Bulgheroni, e in particolare è il d.g. il capo; io cerco di aiutarli senza alcuna delega specifica, con passione e spirito di servizio. Nei prossimi mesi ci aspettano passaggi importanti per il club».
In futuro è possibile un suo impegno maggiore al di là delle giovanili?
«La mia entrata nel capitale con relativo ampliamento di compiti e oneri è legata all’evoluzione dell’azionariato della Pallacanestro Varese. Da 4 mesi attendo di capire che cosa accadrà tra consorzio e Rosario Rasizza: nel momento in cui entreranno altre persone sarò lieto di esercitare la mia opzione fino al 20 per cento delle quote, altrimenti non sono disposto a fare l’unico socio di minoranza del consorzio. Il grande rammarico è che eravamo partiti per tempo ad aprile; entro l’autunno o si arriverà a un punto di incontro, oppure bisognerà valutare delle soluzioni alternative».
Il vivaio può rappresentare linfa vitale per il rilancio futuro?
«La situazione era difficile per mancanza di risorse, ora tra chi c’era già e chi è arrivato pensiamo di riuscire a fare grandi cose con i primi frutti entro 2 o 3 anni. La provincia di Varese non produce da ormai 15 anni un giocatore di serie A; perciò abbiamo reclutato fuori zona pur con l’handicap della mancanza di una foresteria. Sono arrivati gli stranieri che dovevano essere la ciliegina, ma la torta dev’essere italiana; però con tanti ragazzi contattati non siamo arrivati in fondo in assenza di una struttura dove ospitarli. Dopo le vacanze reincontreremo il Comune per far partire il progetto del nuovo impianto; l’auspicio è di inaugurarlo a metà del 2020».
Intanto si lavora sugli accordi territoriali.
«Con la Robur abbiamo avviato un discorso intelligente, vedremo se andrà avanti ma ci sono le condizioni per collaborare. Anche perché nei prossimi anni dal nostro vivaio usciranno auspicabilmente prospetti da A, ma pure da A2, B o almeno C Gold, ed è opportuno trovare loro collocazioni sul territorio. Quest’anno il budget del vivaio aumenterà a 300mila euro, cifra abbastanza significativa ma ancora lontana dai 500mila delle big».
© Riproduzione Riservata